(g.s.) – Nel Medio Evo cristiano ed europeo Gerusalemme – luogo cruciale nell’esperienza terrena del Signore Gesù – era percepita come il centro del mondo, la città ideale a cui rivolgere lo sguardo per trarne ispirazione. Ogni importante municipalità europea puntava a sottolineare ed esprimere il proprio legame ideale con quel luogo di santità anche attraverso riferimenti urbanistici o monumentali. Sentimento che si fece tanto più intenso in epoca crociata.
L’esempio forse più celebre e riuscito in Italia è il complesso di Santo Stefano, con le sue sette chiese nel cuore di Bologna (la rivista Terrasanta ne ha parlato nel numero di marzo-aprile 2014, alle pagine 52-54).
Anche Milano, più in piccolo, volle realizzare un suo tributo ai Luoghi Santi e lo pose proprio al centro dell’antica città romana. Così la chiesa dedicata alla Santissima Trinità, fondata nel 1030 per volere di un privato (Benedetto Ronzone), venne più tardi restaurata e riconsacrata con il nome di San Sepolcro dall’arcivescovo Anselmo IV da Bovisio.
Secoli dopo – grazie alla devozione di san Carlo Borromeo e del cugino Federico, che gli successe come cardinale arcivescovo – la chiesa assunse la fisionomia di un «sacro monte urbano».
La chiesa, accanto alla quale sorge la Biblioteca Ambrosiana (a pochi passi da piazza Duomo), è tra i gioielli meno noti alla grande platea dei turisti e dei milanesi. I quali dallo scorso anno possono visitare anche la cripta, riaperta al pubblico dopo mezzo secolo di chiusura.
Il modo migliore per colmare la lacuna è raggiungere la chiesa di San Sepolcro con le proprie gambe. Nell’attesa, MemoMi – un interessante portale di contenuti multimediali tutto dedicato al capoluogo lombardo – ci permette di fare una prima conoscenza del luogo sacro con un video di 8 minuti e mezzo, nel quale intervengono, in qualità di esperti, il prof. Luigi Carlo Schiavi, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Pavia, e mons. Marco Navoni, dottore dell’Ambrosiana.
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