Nei giorni a cavallo tra il 2016 e il 2017 un gruppo di speleologi israeliani ha scoperto sulle pareti di un'antica cisterna alcune incisioni. Raffigurano, tra l'altro, un candelabro rituale ebraico e una croce.
(Gerusalemme/A.P.) – Alcuni speleologi israeliani che stavano esplorando un’antica cisterna d’acqua nella regione di Shefela si sono trovati davanti a una sorpresa rara e inaspettata offertasi ai loro occhi nel fine settimana a cavallo tra il 2016 e il 2017. Su una delle pareti erano incise delle antiche iscrizioni che raffigurano tra l’altro una croce e una menorah, il classico candelabro ebraico a 7 bracci.
Uno degli escursionisti racconta: «Stavamo per rientrare quando improvvisamente abbiamo notato un graffito che a prima vista aveva proprio le caratteristiche di una menorah». A quel punto Ido Meroz e i suoi compagni d’escursione hanno lasciato la grotta e riferito la scoperta all’Autorità israeliana per le antichità, che ha preso in carico la segnalazione.
Sul muro è in effetti riprodotta una menorah tripode, tipica dell’epoca del Secondo Tempio. Lì accanto, sono state rinvenute anche una croce e altre iscrizioni, una delle quali richiama una chiave. Altre incisioni non sono ancora state interpretate. Nei pressi della cisterna è venuto alla luce un colombario, riconoscibile per le sue numerose nicchie.
Sa’ar Ganor, archeologo dell’Autorità israeliana delle antichità, spiega che in quel luogo sorgevano edifici risalenti all’epoca della rivolta ebraica (anti-romana) di Simone Bar Kokhba (132-135 d.C.) e altri stabili di epoca più tarda.
Ganor soggiunge che «è raro trovare delle menorah incise su una parete, e ciò rende la scoperta piuttosto eccezionale». In effetti si conoscono soltanto due altre incisioni di questo genere nella regione. Secondo Ganor «la croce è stata incisa in epoca più tarda, durante il periodo bizantino, vale a dire, probabilmente, nel Quarto secolo».