C'è un esperimento in corso a Gerusalemme. Il monastero delle clarisse per tre mesi all'anno apre la foresteria ai pellegrini a piedi. Grazie ai volontari della Confraternita di San Jacopo di Compostella.
(g.s.) – Per qualche settimana ancora, i pellegrini, sempre meno rari, che percorrono a piedi le strade e i sentieri della Terra Santa troveranno a Gerusalemme un porto sicuro tutto per loro.
È l’Ospitale dei Santi Chiara e Giacomo, inaugurato il 5 settembre scorso nel complesso del monastero delle clarisse a Gerusalemme. Le monache hanno infatti deciso di riservare alcuni locali della foresteria a questo scopo. L’iniziativa è nata quest’anno – a titolo sperimentale – grazie alla collaborazione con la Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ha sede a Perugia. L’idea è di verificarne la praticabilità per un triennio: da inizio settembre a fine novembre alcuni volontari della Confraternita si daranno il turno nella Città Santa per accogliere i pellegrini che vanno a piedi, come accade lungo i maggiori itinerari storici europei: il Cammino di Santiago e la Via Francigena.
«Il gemellaggio tra la Confraternita San Jacopo di Compostella e il nostro monastero – ci spiega la madre badessa suor Mariachiara Bosco – è nato piano piano, obbedendo ad alcune circostanze e sollecitazioni che ci hanno reso questa esperienza vicina, familiare e possibile. Tutto è iniziato con Maurizio Ciocchetti, volontario e ottimo restauratore della Custodia, che due anni fa giunse al monastero per un lavoro e già portava in cuore la ricerca di un luogo ove aprire un ospitale per l’accoglienza dei pellegrini a piedi. Poco tempo dopo ci ricontattò tramite le nostre sorelle clarisse del monastero Sant’Erminio di Perugia. La sua richiesta era accompagnata da quella, più autorevole, del rettore della Confraternita, il dott. Paolo Caucci von Saucken». «Altre circostanze più remote – soggiunge la badessa – ci avevano già reso familiare anche il nome del vescovo mons. Paolo Giulietti (vicario generale della diocesi di Perugia – ndr): la sua guida A piedi a Gerusalemme nel 2009 aveva condotto qui due giovani pellegrine, una delle quali ora è nostra sorella in fase di formazione. Sapevamo della “passione” per il pellegrinaggio a piedi anche da un’altra sorella clarissa del monastero di Todi che, dalla clausura, è membro della Confraternita».
Il concorrere di questi fattori convinse l’allora badessa, madre Chiara Cristiana, a sottoporre la richiesta di aprire un ospitale presso il monastero al Capitolo conventuale. Dopo un tempo di riflessione, nel 2015 le monache optarono per il sì. Le ragioni le illustra suor Mariachiara: «Abbiamo voluto, innanzitutto, dare fiducia a questo modo di venire e vivere in Terra Santa, simile a quello di san Francesco 800 anni fa. Forse pochi lo sanno, ma ci venne anche la mamma di santa Chiara. Abbiamo rischiato questa disponibilità per la stima dello spirito e della serietà che anima la Confraternita, per il modo evangelico di accoglienza dei pellegrini. Ma non è tutto: silenziosamente questa presenza ci fa risuonare nel cuore la nostra forma di vita che – pur essendo claustrale – è quella di essere “pellegrine e forestiere”. La nostra sequela Christi, che si gioca tutta nei pochi metri quadrati del monastero, è quotidianamente sollecitata da un orizzonte più ampio che ora, ancora di più, bussa concretamente anche alla nostra porta e reca la benedizione dei passi del pellegrino anche dentro casa».
Maurizio e Monica, membri della Confraternita di San Jacopo coinvolti nell’accoglienza dei pellegrini, ci spiegano che «l’ospitale è gestito dagli ospitalieri, generalmente due o tre persone per turno, con turni di circa 15 giorni. Gli ospitalieri sono a loro volta pellegrini diventati esperti di accoglienza. Hanno già prestato servizio negli ospitali che il nostro sodalizio gestisce sul Cammino di Santiago e sulla Via Francigena. Sono persone che vengono da tutta Italia, accomunate dalla appartenenza alla Confraternita o a quel nucleo speciale all’interno della stessa, fondato nel 2009, che abbiamo voluto chiamare Fraternità degli Ospitalieri di Santiago, Roma e Gerusalemme. Per tanti di noi il servizio di accoglienza dei pellegrini a Gerusalemme e in Terra Santa è sempre stata una aspirazione, il più bel compito verso i pellegrini».
Quali sono i criteri per essere accolti? L’Ospitale dei Santi Chiara e Giacomo è per tutti i pellegrini che hanno compiuto in Terra Santa un cammino a piedi. Si sa, precisano i nostri, «che un pellegrinaggio non è un’esperienza di un paio di giorni, non è un’escursione del fine settimana. Immaginiamo che i pellegrini che arriveranno a Gerusalemme saranno partiti da lontano, magari avranno fatto i 10/11 giorni del cammino di Acri o i 5/6 giorni del cammino di Jaffa. Generalmente chi fa un’esperienza di questo tipo è una persona di fede cristiana. La nostra porta è comunque aperta al dialogo e all’incontro con tutti».
La struttura è accogliente, ma essenziale: 12 i posti letto, in camerette con servizi igienici in comune. I pellegrini sono invitati a versare un’offerta libera, e non obbligatoria, per contribuire alle spese. Il soggiorno può prolungarsi per tre notti, come avviene abitualmente in tutti gli ospitali di fine pellegrinaggio. «Comunque – osservano gli ospitalieri della Confraternita – sarà il buon senso e la capacità di accoglienza a guidarci. Il nostro desiderio è dare ad ogni persona la possibilità di completare il proprio pellegrinaggio immergendosi nei luoghi della Città Santa».
Per i volontari una cosa è chiara: «La motivazione che ci spinge a fare questo servizio non è solo quella di offrire una semplice e mera accoglienza al pellegrino. Crediamo che il pellegrinaggio a piedi in Terra Santa sia un’occasione unica per ogni cristiano. Crediamo anche che sia importante aiutare gli indecisi e i timorosi. Per esperienze personali ripetute sappiamo che anche in questo tempo è possibile camminare sulle strade percorse da Gesù, che è possibile compiere un pellegrinaggio completo, senza limitare l’esperienza a brevi tratti. Sappiamo che è possibile camminare per giorni e giorni dal punto di partenza fino alla meta: Gerusalemme. Lo abbiamo già fatto noi stessi in gruppo o come singoli. È lo stesso modo di andare pellegrini, zaino in spalla, che tanti di noi hanno imparato sul Cammino di Santiago o camminando fino a Roma. La stessa dimensione la si può vivere in Terra Santa, con semplici attenzioni e conoscenze. L’aspirazione più grande di ogni pellegrino è arrivare qui, camminare su queste strade, giungere presso il Santo Sepolcro. Noi proveremo a raccontare che è possibile e cercheremo di accompagnare tutte queste persone con la nostra esperienza, con i nostri consigli pratici e infine accogliendoli negli ospitali. Per ora sicuramente qui, a Gerusalemme».
Prima di mettersi in viaggio è bene munirsi della Credenziale, documento ben noto a chi abbia percorso il Cammino di Santiago e che accompagna passo passo il pellegrino. Viene rilasciata dalla Confraternita, che può essere contattata ai recapiti segnalati nel suo sito Internet oppure tramite questo indirizzo di posta elettronica: gerusalemme@confraternitadisanjacopo.it
Il monastero delle clarisse di Gerusalemme sorge a pochi passi da Hebron Road, la direttrice che dalla città vecchia conduce a Betlemme (la posizione è indicata dal puntatore rosso nella mappa).
L’indirizzo è: Hanock Albeck Street, 3.