Fino all'8 gennaio 2017 al Museo Metropolitan di New York è allestita una mostra temporanea dedicata a Gerusalemme tra l'XI e il XV secolo. Tra i reperti esposti anche oggetti della Custodia di Terra Santa.
(i.s.) – Cinque capitelli finemente scolpiti. Quattro, di forma ottagonale, raffigurano scene della vita degli apostoli Pietro, Giacomo, Matteo e Tommaso. Il quinto – quello centrale – è difforme dagli altri ed ha anche un soggetto diverso che è stato interpretato in vari modi. Rappresenta infatti una donna con una corona sul capo mentre cammina, accompagnata da un uomo scalzo, tra figure di diavoli. Alcuni accademici leggono nella scultura una scena di ispirazione bizantina che racconta la liberazione di Adamo, altri identificano la donna incoronata come la Madre Chiesa che tiene la mano di un apostolo.
Parliamo di veri e propri capolavori artistici dell’era crociata (sono infatti datati tra il 1099 e il 1291) dimenticati per secoli. Solo nel 1908, grazie al lavoro dei frati francescani, i capitelli vennero ritrovati ed esposti nel Museo archeologico di Nazaret.
I “Capitelli di Nazaret”, che per la prima volta nella storia hanno lasciato la Terra Santa, sono tra i pezzi più pregiati della mostra Jerusalem 1000-1400: Every People Under Heaven allestita al Metropolitan Museum of Art di New York fino all’8 gennaio 2017. Una mostra alla quale la Custodia di Terra Santa ha dato un importante contributo mettendo a disposizione dei curatori molti oggetti, come spiega un articolo pubblicato sulla rivista The Holy Land Review edita dalla Custodia negli Stati Uniti.
I francescani, infatti, hanno giocato un ruolo prezioso all’interno della rete che ha permesso ai curatori della mostra di recuperare le opere d’arte da esporre a New York. Fra Eugenio Alliata, archeologo e docente dello Studium Biblicum Franciscanum ha mostrato ai curatori i preziosi antifonari illustrati. Fra Sergey Loktionov ha recuperato dagli archivi un prezioso firmano, con un decreto del sultano che confermava il diritto dei francescani a operare in Terra Santa.
Per la maggior parte degli oggetti richiesti, la Custodia francescana non ha sollevato problemi al prestito. Fatta eccezione per i preziosi capitelli di Nazaret. Il timore era che il lungo viaggio avrebbe potuto danneggiare le fragili sculture. Per questo motivo, inizialmente la risposta data ai curatori era stata un no. A sbloccare la situazione è stata “l’arma segreta” dei curatori del Metropolitan: Jack Soultanian, uno dei massimi esperti mondiali di restauro conservativo. Grazie ai suoi interventi, i capitelli sono stati riportati al loro antico splendore e sono stati riparati i danni provocati da umidità e sale. Grazie al lavoro di Soultanian i Capitelli di Nazaret hanno preso il volo per New York e quando torneranno in Israele potranno essere conservati ed esposti al pubblico ancora a lungo.
La mostra Jerusalem 1000-1400: Every People Under Heaven è composta di circa 200 opere d’arte, messe a disposizione da prestatori di tutto il mondo, tra cui spiccano una dozzina di prestiti chiave delle diverse comunità religiose di Gerusalemme. Si possono ammirare sculture, reliquiari, turiboli per l’incenso, codici miniati e pergamene. Come i Capitelli di Nazaret, molti di questi non erano mai stati dati prima in prestito. Ulteriore elemento che accresce il valore di una mostra come questa che illustra le diverse tradizioni culturali e gli elementi estetici che hanno impreziosito e illuminato la Città Santa in un arco di tempo lungo quattro secoli. Periodo in cui Gerusalemme, come mai prima, è stata casa di molte culture, religioni e linguaggi.