(AP) – Il Libano ha finalmente un nuovo presidente della repubblica: l’ex generale Michel Aoun. Il 31 ottobre 2016 resterà una data storica per il Paese dei cedri, perché segna la fine di una lunga crisi istituzionale. Dal 24 maggio 2014, data della fine del mandato di Michel Sleiman, il Paese era senza capo dello Stato. Michel Aoun, uomo politico cristiano maronita, è stato eletto al secondo scrutinio di una seduta del Parlamento piuttosto caotica. Fino ad oggi era stato il primo ministro Tammam Salam ad esercitare l’interim della presidenza vacante.
Quella del 31 ottobre è stata la 46.ma seduta elettorale dopo 29 mesi e 45 inutili tentativi da parte del Parlamento.
L’elezione rappresenta un compromesso tra posizioni fin qui inconciliabili delle forze politiche in campo. Il cambio di passo è stato reso possibile dall’avvicinamento tra Michel Aoun e il leader dell’opposto schieramento Saad Hariri, musulmano sunnita e figlio dell’ex primo ministro Rafiq al-Hariri, assassinato nel 2005. Le due parti hanno raggiunto un accordo una decina di giorni prima dell’elezione, quando Saad Hariri ha deciso e annunciato il suo sostegno alla candidatura di Aoun. La scelta è stata spiegata con l’intento di «proteggere il Libano, il suo sistema, lo Stato e il popolo libanese». È molto probabile che, a questo punto, Aoun possa sostenere la candidatura di Hariri a primo ministro.
Il nuovo presidente – già alto ufficiale dell’esercito, capo di stato maggiore e primo ministro durante la guerra civile libanese (1975-1990) – ha 83 anni. Aoun è rientrato in Libano nel 2005 dopo un lungo esilio in Francia iniziato nel 1990. Nel 1992 ha fondato il movimento politico Corrente patriottica libera, noto anche come partito aounista, che propugnava il ritiro delle forze d’occupazione siriane per un Libano indipendente. Oggi è alla testa del Blocco parlamentare del cambiamento e della riforma, alleato del movimento sciita Hezbollah (Partito di Dio). Marcatamente anti-israeliano, vicino all’Iran degli ayatollah e alla Siria del presidente Bashar al-Assad, il movimento paramilitare è considerato un’organizzazione terroristica – responsabile di molti attentati – da numerosi governi occidentali e arabi. La vicinanza tra il nuovo presidente libanese ed Hezbollah allarma i media israeliani.
Anche se una parte del Paese ha celebrato il suo arrivo alla presidenza con i fuochi d’artificio nelle strada, il tredicesimo presidente libanese resta una figura controversa nel suo Paese e all’estero.