Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Il Pensatore di Rodin ha un antenato cananeo

Arianna Poletti
29 novembre 2016
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Una figurina umana assisa su uno strano vaso di terracotta, vecchio di 3.800 anni, è tornata alla luce durante scavi archeologici non lontano da Tel Aviv. Un oggetto di artigianato cananeo.


Un curioso vaso di terracotta, antico di quasi quattro millenni, è stato riportato alla luce a Yehud dagli archeologi dell’Autorità per le antichità di Israele, accompagnati in quello scavo da alcuni fortunati liceali iscritti a un programma di studi in archeologia.

«La scoperta è avvenuta esattamente l’ultimo giorno di scavo», spiega il direttore Gilad Itach. La singolare brocca non misura che 18 centimetri in altezza, ma sulla sua sommità è situata una figurina umana. «Il livello di accuratezza di questa scultura, vecchia di 3.800 anni, è assolutamente affascinante», prosegue Itach. Il piccolo manufatto risale all’Età del Bronzo e si è ben conservato. La figura umana – probabilmente aggiunta alla brocca in un secondo tempo – è scolpita in posizione seduta, con una mano che sostiene il viso, come se si trattasse di qualcuno che sta riflettendo. Per questo, secondo alcuni richiama – anticipandola – il celeberrimo Pensatore dello scultore francese Auguste Rodin. Il quotidiano Haaretz riferisce che accanto alla terracotta sono state ritrovate anche alcune daghe, punte di frecce, la lama di un’ascia e frammenti ossei di pecora e d’asino ancora più antichi: taluni risalirebbero a seimila anni fa. La città di Yehud – oggi poco distante dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv – ha origini molto antiche ed è citata anche nella Bibbia al capitolo 19, versetto 45, del Libro di Giosuè.

Gli studenti testimoni dell’interessante scoperta sono iscritti a un percorso formativo intitolato Terra d’Israele e archeologia. Proposto dall’Autorità per le antichità d’Israele e dal ministero dell’Istruzione, il programma vuole formare gli archeologi di domani.

Secondo Efrat Zilber, responsabile e coordinatore del progetto, gli scavi sono stati per questi potenziali futuri archeologi, «un’opportunità» e «un’esperienza intensa e diretta». I giovani hanno partecipato sia al lavoro sul campo sia ai momenti di discussione, ricerca e documentazione che lo hanno accompagnato. Ronnie, una studentessa presente alla scoperta della brocca cananea, descrive il proprio entusiasmo: «Ci hanno subito chiamato per mostrarci la magnifica statuetta e spiegarci la rarità di un simile ritrovamento; che non è il genere di cose che capitano tutti i giorni. È eccitante partecipare a degli scavi che riportano alla luce reperti destinati ad essere poi esposti in un museo!»

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