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Il ritorno di Rami

Eleonora Prandi
17 ottobre 2016
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Il ritorno di Rami
Rami Kashou in un momento della trasmissione televisiva che ha amplificato la sua celebrità negli Stati Uniti.

Il tasso di emigrazione dei giovani palestinesi è molto alto, ma il richiamo della propria terra non si spegne. E c'è chi - come lo stilista Rami Kashou - decide, in qualche modo, di tornare.


Nonostante non sia facile, a volte si sceglie di tornare. Il tasso di emigrazione dei giovani palestinesi resta molto alto, ma il richiamo della propria terra si fa sentire. E capita che qualcuno prenda la decisione di compiere il viaggio in senso inverso: uno di questi è Rami Kashou.

Figlio di un ex miss Giordania, Rami è nato a Gerusalemme e cresciuto a Ramallah, ma per la maggior parte della sua vita ha vissuto negli Stati Uniti, dove è diventato uno stilista affermato. Ora ha aperto una boutique proprio a Ramallah, per dare la possibilità alle sue concittadine di vestire gli abiti delle star hollywoodiane.

Nella centrale Yasser Arafat Street, Kashou ha aperto un temporary shop nel quale ha portato alcune riproduzioni di suoi capi indossati da donne in vista – la star Kim Kardashian, la regina Rania di Giordania e l’attrice Jessica Alba, per fare qualche nome – con l’intenzione di permettere alle donne palestinesi di indossare abiti di alta moda che altrimenti avrebbero visto solo nelle riviste patinate.

Lo stilista, nonostante la lunga assenza, è un orgoglio locale. Classe 1976, nel 1996 decide di trasferirsi a NewYork; inizia a lavorare in una boutique a Los Angeles e, dopo anni di formazione, partecipa al programma Tv Project Runway, classificandosi al secondo posto, facendosi notare e così avendo la possibilità di far sfilare i propri capi sulle passerelle internazionali. «Ne ho beneficiato molto. E ‘stata una grande pubblicità, soprattutto per me come designer palestinese”, ha detto. “E il mondo arabo è venuto a conoscenza del mio lavoro».

Da qui a vestire alcune tra le personalità femminili più in vista del decennio e comparire nei servizi fotografici delle riviste patinate più famose il passo è breve.

Kashou, però, si sente in debito con la sua patria ed è da qui la decisione di portare le sue creazioni nei territori occupati.

«Mi sento orgogliosa perché abbiamo una tale talento e lui è ancora interessato a tornare al suo paese», ha detto Suha Hussein, 32 anni, cliente della boutique. Aggiungendo: «Spero che non sia troppo costoso, così posso comprarlo».

Un singolo abito Rami Kashou può costare però diverse migliaia di dollari, una somma impossibile da immaginare per la stragrande maggioranza dei palestinesi, dove il tasso di disoccupazione è di circa il 27 per cento.

Sulla stampa locale si dibatte però, visto il pubblico d’élite al quale si rivolge lo stilista, se il suo ritorno potrà offrire opportunità di lavoro o sviluppo. O se alla fine le sue creazioni non troveranno gradimento solo nell’alta borghesia araba. Tra coloro che in genere non disdegnano di prendere un aereo per seguire le settimane della moda di mezzo mondo e fare acquisti nei templi del lusso.

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