(g.s.) – In questi primi giorni d’ottobre ricorrono festività importanti per gli ebrei. Dal tramonto del 2 a quello del 4 si è celebrato il Capodanno ebraico (Rosh haShanà) che, nel calendario luni-solare giudaico, apre il mese di Tishrì. Presto, dal tramonto dell’11 ottobre fino a quello del giorno dopo, sarà la grande festa del Giorno dell’Espiazione (lo Yom Kippur, che ricorre il 10 di Tishrì e che a breve sarà seguito dalla festa di Sukkot).
Alla vigilia di entrambe le feste gli ebrei praticanti recitano particolari preghiere e inni intonati al pentimento, tipici dell’occasione e denominati Slichot.
In Terra Santa la recita pubblica di queste composizioni avviene soprattutto anche all’aperto in prossimità dei luoghi più cari ai sentimenti degli ebrei, come il Muro occidentale, nel cuore di Gerusalemme vecchia.
Nella foto, invece, siamo nei Territori Palestinesi, e precisamente nel cuore della città di Hebron, all’esterno del grande edificio sacro, un po’ moschea e un po’ sinagoga, che conserva la tomba del patriarca Abramo e dei suoi congiunti (la cui memoria è cara anche a musulmani e cristiani). Anche lì, a sera inoltrata di questi primi giorni dell’anno ebraico 5777, è tempo di Slichot.