(n.h.) – Una passeggiata nelle vie di Hebron è uno spettacolo in sé. Nelle strade risuona il tipico accento arabo locale, il khalili, mentre non si può far a meno di cogliere, come elementi distintivi rispetto agli altri palestinesi, la gentilezza della popolazione e il suo eloquio raffinato. Ma a segnare la distanza dagli altri centri urbani palestinesi è la varietà di mestieri artigianali che ancora si esercitano in città. Proprio per questo, nei giorni scorsi, Hebron s’è vista assegnare, per il 2016, il Premio mondiale dell’artigianato (World Craft City Award), istituito dal Consiglio mondiale dell’artigianato. Un riconoscimento che potrebbe incoraggiare gli scambi culturali e commerciali con altre parti del mondo. Questa, almeno, è la speranza.
Ahmed Rajoub, funzionario del ministero del Turismo e delle Antichità, ha accolto con entusiasmo la notizia del primo premio conferito a Hebron dalla commissione valutatrice che ha effettuato la sua visita in città ai primi d’agosto.
«Hebron può offrire un artigianato tra i più antichi e genuini al mondo», osserva l’ing. Ziad Jaber anch’egli del ministero palestinese del Turismo e delle Antichità. «Inoltre – continua – l’artigianato contribuisce direttamente al miglioramento della situazione economica dei lavoratori ed è la maggiore fonte di occupazione a Hebron».
Per accrescere le possibilità di aggiudicarsi il premio internazionale, la città della Cisgiordania ha presentato quattro arti in cui eccelle: il ricamo e la lavorazione del vetro, della ceramica, della terracotta. «Il concorso internazionale apre la strada a uno scambio di esperienze con tutte le città già iscritte al Consiglio mondiale dell’artigianato e permette di stabilire relazioni dirette con artigiani del mondo intero», spiega Rajoub per illustrare i benefici derivanti dal riconoscimento internazionale.
Jaber attribuisce al premio anche una valenza politica. Secondo lui «contribuirà a mettere in luce le violazioni commesse da Israele e dai suoi coloni. Respingerà inoltre la narrativa israeliana che attribuisce certe arti e mestieri al proprio patrimonio storico. La vittoria del premio aprirà anche la possibilità di promuovere i propri prodotti anche fuori della Palestina. In tal modo si potrà incentivare la produttività; favorire uno scambio di esperienze con altre città celebri per un analogo tipo di artigianato; attrarre visitatori e turisti interessati ai prodotti dell’artigianato locale».
Badr Daour, alla testa dell’Associazione del turismo nonché direttore del Centro dell’artigianato tradizionale, stigmatizza l’assenza di istituzioni che si facciano carico dell’esportazione dei prodotti, la mancanza di accordi economici con altri Paesi e l’impossibilità di ottenere certificazioni di qualità riconosciute a livello internazionale. Documenti che faciliterebbero le esportazioni. «A tutto ciò aggiungete la mancanza di centri di formazione accreditati e il fatto che queste arti e mestieri il più delle volte sono tramandati di padre in figlio», prosegue Daour, auspicando anzitutto il sostegno del ministero del Turismo e delle Antichità.
Proprio in seguito all’annuncio del premio il ministero ha deciso di organizzare ogni anno a Hebron un festival dell’artigianato. Una cittadella dell’artigianato sarà costruita nel centro storico cittadino, grazie a un accordo con la Municipalità e il Comitato per la promozione della città. La nuova struttura sarà dedicata all’insegnamento, alla pratica e alla commercializzazione dell’artigianato.