(m.b.) – Entra nel vivo oggi la campagna del movimento Salva Israele – Ferma l’occupazione (Siso). Lo fa con un appello pubblico rivolto agli ebrei della diaspora e sottoscritto da oltre 500 personalità israeliane del mondo della cultura e delle istituzioni. L’auspicio della campagna – come anticipato nel Dossier di maggio-giugno 2016 della rivista Terrasanta – è che le comunità ebraiche all’estero levino la loro voce per chiedere al governo israeliano di ordinare il ritiro dalle terre occupate in vista del 5 giugno 2017, cinquantesimo anniversario della Guerra dei sei giorni e dell’occupazione militare dei Territori palestinesi.
Hanno firmato l’appello il premio Nobel per l’Economia Daniel Kahneman, la cantante Noah, gli scrittori Amos Oz e David Grossmann, 20 ambasciatori israeliani (fra i quali Alon Liel, Elie Barnavi, Colette Avital, Ilan Baruch), decine di parlamentari del calibro di Avraham Burg, 48 tra gli scrittori e gli scienziati insigniti dei massimi premi dallo Stato di Israele, come l’anglista Alice Shavit, 160 docenti delle università israeliane, come lo storico Zeev Sterhell, ai quali si è unito il filosofo dell’Università di Princeton (Usa) Avishai Margalit.
Secondo un sondaggio condotto nei giorni scorsi tra i cittadini israeliani e pubblicato dal movimento Siso insieme all’appello, la maggioranza degli israeliani ebrei (75,7 per cento) ritiene che lo Stato di Israele sia responsabile della sorte degli ebrei della diaspora, e che questi, a loro volta, siano responsabili dello Stato di Israele (78 per cento). La maggior parte degli israeliani ebrei (66,8 per cento) concorda sul fatto che il conflitto con i palestinesi influenza negativamente la condizione degli ebrei nel mondo. «Israele è uno Stato sovrano e indipendente, ma di fatto non è libero. Uno Stato che occupa e opprime un altro popolo per così tanto tempo non può essere realmente libero», ha dichiarato David Grossman nel firmare l’appello.
Insieme al cantante David Broza, al regista Amos Gitai e allo scrittore Sami Michael, tra i firmatari compaiono alti ufficiali dell’esercito israeliano come i quattro generali (in pensione) Amram Mitzna, Nathan Sharony, Zvi Kanor, Iftach Spector, e i colonnelli Shaul Arieli, Ze’ev Raz, Ben Ami Gov. Il loro appello agli ebrei della diaspora perché appoggino la campagna di Siso si unisce agli sforzi degli oltre 200 generali israeliani in pensione (ex capi dell’esercito e dei servizi segreti Mossad e Shin Bet) che con la loro organizzazione Comandanti per la sicurezza di Israele hanno elaborato un piano per il ritiro dei Territori che offre piene garanzie allo Stato ebraico e che hanno aderito all’iniziativa di Siso.