(a. b-r.) – A Gerusalemme la Knesset ha adottato il 20 luglio scorso una nuova legge che permette di espellere dall’assemblea parlamentare israeliana i deputati che «si abbandonino a incitazioni al razzismo o sostengano la lotta armata contro lo Stato di Israele». La normativa, approvata con 62 voti a favore e 47 contrari al temine di un dibattito molto vivace, dispone che un deputato possa decadere se votano in tal senso 90 parlamentari su 120 (i tre quarti), tra i quali devono essere compresi anche 10 membri delle opposizioni. La decisione del potere legislativo israeliano giunge sull’onda delle polemiche suscitate dalla visita di deputati arabo-israeliani alle famiglie di alcuni palestinesi uccisi nel corso di attacchi ai soldati di Tsahal (le forze di difesa israeliane). Visita di solidarietà che aveva provocato la collera della maggioranza parlamentare.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è congratulato per l’adozione di uno strumento che «mette fine a una situazione assurda, che vede sedere alla Knesset sostenitori del terrorismo contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini». Nissan Slomiansky, deputato del partito HaBayit HaYehudi (La casa ebraica) – partito della destra religiosa presieduto da Naftali Bennett, ministro a capo di due dicasteri: l’Istruzione e la Diaspora – nega che le nuove norme intendano prendere di mira specificatamente i deputati arabo-israeliani e sottolinea che fino ad oggi l’unico deputato a cui fu impedito di ricandidarsi fu, negli anni Ottanta, l’estremista ebreo Meir Kahane.
L’opposizione resta convinta del contrario e denuncia l’adozione di norme «razziste» che prendono di mira proprio i deputati arabo-israeliani.
Il leader dei laburisti, Isaac Herzog, ha fustigato «un governo odioso che acuisce quelle fratture che minacciano la società israeliana più di qualunque nemico esterno».
I deputati arabo-israeliani, che con la loro Lista unita si sono aggiudicati 13 seggi nelle elezioni del marzo 2015, hanno annunciato l’intenzione di rivolgersi alla Corte suprema per ottenere l’annullamento di questa nuova legge.