(t.d.) – «Adottate una colonna!». È l’appello di Ziad Al-Bandak, consigliere per le questioni cristiane del presidente palestinese e capo della commissione che vigila sui restauri in corso alla basilica della Natività a Betlemme (vai al sito Internet dedicato). Servono nuovi fondi per completare il restauro dell’antichissima chiesa che sorge sul luogo della nascita di Gesù. Parliamo di 2 milioni e mezzo di euro per il restauro delle cinquanta massicce colonne all’interno della basilica, vale a dire 50 mila euro per colonna.
I lavori di restauro della basilica sono iniziati dal tetto nel settembre 2013, con l’avallo delle tre Chiese responsabili dell’edificio sacro: i greco-ortodossi, i latini (rappresentati dai francescani della Custodia di Terra Santa) e gli armeni. Oltre al tetto fin qui è stato possibile restaurare anche le vetrate, il nartece, due porte, muri ed intonaci e, ultimamente, anche i mosaici.
Dopo le architravi e i capitelli ora si apre un nuovo cantiere. Le file di colonne che sorreggono e affiancano la navata centrale dovrebbero ritrovare il loro antico aspetto. Trentadue delle 50 colonne d’epoca giustinianea sono decorate con pitture crociate del Dodicesimo secolo, oggi ricoperte da secoli di incrostazioni. Da sotto la patina, ritratti di santi d’Oriente ed Occidente accompagnano i passi del pellegrino fino al presbiterio.
I lavori di restauro sono affidati a venti specialisti dell’impresa italiana Piacenti, che collabora con numerose aziende locali. Si tratta di un intervento estremamente minuzioso e costoso. Per contribuire a finanziarlo, Stati, imprese o privati possono ora «adottare una colonna».
Fino ad oggi sono stati raccolti 9 milioni di euro, stanziati da numerosi governi e soggetti internazionali (tra gli altri Italia, Francia, Ungheria, Santa Sede, Russia, Spagna, Grecia, Polonia, la stessa Autorità Nazionale Palestinese) ma anche da privati cittadini. Per condurre a termine i lavori serviranno altri due anni e sette milioni di euro.
I restauri hanno permesso di ritrovare nuove tracce dell’epoca di Costantino, che nel Quarto secolo fece edificare una prima basilica, in seguito distrutta. Si tratta di materiali di legno riutilizzati e decorati, rivenuti giorni fa all’interno delle architravi di Giustiniano. Una scoperta che resta da verificare tramite il metodo di datazione del carbonio 14.
Dal 2012 la basilica della Natività è riconosciuta dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’Umanità.