(g.s.) – Un tempo figure come la sua erano essenziali e frequenti negli agglomerati musulmani durante il mese di Ramadan. Oggi, invece, è raro incontrare un musaharati perché sveglie e cellulari l’hanno soppiantato. Michel Ayub è tra i pochi rimasti e nel centro storico di Akko – la San Giovanni d’Acri crociata, affacciata sul Mediterraneo in quello che oggi è il Nord di Israele – è un personaggio. Al punto che la sua fama è rimbalzata sui media nazionali ed anche oltre confine, su molti giornali e siti Internet del mondo arabo e musulmano.
Il compito che Michel Ayub si è accollato è una scelta volontaria: da un decennio ormai, nelle notti di Ramadan percorre le strade dei quartieri musulmani ben prima dell’alba: cantilenando accompagnato da un tamburello dà la sveglia ai credenti perché possano consumare il pasto prima che le luci del giorno portino con sé l’obbligo del digiuno rituale. Con addosso il costume tradizionale di Damasco, che gli ha confezionato una donna drusa, Ayub riaccende nei più anziani ricordi remoti da evocare coi nipotini.
Michel si racconta in questo video realizzato dal Christian Media Center di Gerusalemme.
Lui, che di professione è carpentiere, ha una peculiarità che lo rende del tutto unico: è un cristiano e resta tale anche quando parla di Maometto e chiama i suoi seguaci a scuotersi dal torpore del sonno. A un giornalista di Haaretz che lo ha intervistato, questo scapolo 40enne spiega che non ci trova nulla di strano nel ruolo che si è scelto: «Al contrario. Lo vedo come un passo che avvicina la gente e simboleggia la nostra amicizia e il vivere insieme come comunità. Facciamo parte dello stesso popolo e, in definitiva, preghiamo un unico Dio».