(g.s.) – Lo Stato di Israele ha celebrato il 12 maggio il 68.mo anniversario della dichiarazione di Indipendenza. Dal 1948 ad oggi sono molti gli ebrei della diaspora che hanno deciso di trasferirsi in Israele. Si calcola che oggi viva lì il 43 per cento degli ebrei di tutto il mondo.
Tra immigrazione e nascite, oggi la popolazione israeliana – che include una consistente minoranza araba – ha raggiunto gli 8 milioni e mezzo di abitanti. I cittadini arabi sono 1 milione e 770 mila (il 20,8 per cento), gli ebrei 6 milioni e 370 mila. A metà Novecento quello stesso territorio era dieci volte meno popolato. Questi i dati messi a disposizione come ogni anno, alla vigilia della festa nazionale, dall’Ufficio centrale di statistica israeliano.
Il Centro di ricerca Pew – organismo statunitense specializzato in rilevazioni che si focalizzano sulla sfera etico-religiosa – aggiunge che i cristiani costituiscono il 2 per cento della popolazione israeliana e sono, come è noto, per lo più arabo-palestinesi. All’interno di questo gruppo sociale vi è una minoranza che si sente perfettamente a suo agio in Israele, ma il 72 per cento è convinto che nel propugnare la propria identità ebraica lo Stato non possa essere anche autenticamente democratico. La pensa così, secondo i ricercatori del Pew, anche il 63 per cento degli israeliani arabi musulmani. Per 8 cristiani su 10 il governo israeliano non sta facendo uno sforzo sincero per raggiungere la pace con i palestinesi. Altrettanti ritengono che il continuo espandersi degli insediamenti ebraici nei Territori occupati comprometta la sicurezza stessa di Israele.