Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Firenze affacciata sul Medio Oriente

Terrasanta.net
7 aprile 2016
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Firenze affacciata sul Medio Oriente

Dura fino a domenica 10 aprile, a Firenze, Middle East Now, un festival dedicato al Medio Oriente contemporaneo, tra cinema, fotografia, cultura e cibo: 44 i film in cartellone, quasi tutti in anteprima.


(c.g.) – Fino a domenica 10 aprile si svolge a Firenze Middle East Now, un festival dedicato al Medio Oriente contemporaneo, tra cinema cultura e cibo: 44 i film in cartellone – quasi tutti in anteprima italiana ed europea – tra lungometraggi, documentari, film d’animazione e cortometraggi provenienti da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Libia, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Yemen, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco.

Il festival, che è giunto alla sua settima edizione, quest’anno è intitolato Live & Love Middle East («Vivere e amare. Medio Oriente»). «Il titolo esprime bene la prospettiva che vogliamo raccontare – spiega Roberto Ruta, direttore artistico di Middle East Now -. Il Medio Oriente non è solo una fucina di guerre e attentati. Al di là delle cattive notizie, è popolato da persone che vivono la speranza, cercano il cambiamento nonostante le difficoltà, vogliono guardare al futuro. Per questo i film che abbiamo selezionato raccontano storie personali originali, oltre i pregiudizi e i luoghi comuni delle nostre rappresentazioni».

Tra i film più attesi dell’edizione 2016, va ricordato Degradé, lungometraggio palestinese di Tarzan e Arab Abunasser: racconto corale di 12 donne costrette a rimanere in un salone di parrucchiere a Gaza, mentre fuori si affrontano bande rivali. Poi A syrian love story, girato da Sean Mcallister, regista scozzese che per cinque anni ha seguito una coppia di attivisti siriani, marito e moglie, raccontandone la vita tra figli, separazioni e riunioni, difficoltà e speranze. Infine la storia romantica Barakha meets Barakha, prima commedia cinematografica saudita, girato a Gedda. Da vedere per chi desidera conoscere meglio chiusure e speranze della società saudita.

Tra gli eventi speciali del festival, due mostre fotografiche sulla Siria: Our limbo della fotografa Natalie Naccache, un diario collettivo di cinque donne siriane che hanno lasciato il loro Paese prima della guerra e che si vedono ora impossibilitate a tornarci; e poi Live, love refugee di Omar Imam, fotografo che ha girato i campi profughi chiedendo ai rifugiati siriani di rappresentare di fronte all’obiettivo i loro incubi più profondi. «C’è un ospite che considero davvero speciale a questa edizione – racconta Ruta -: si tratta di Kamal Mouzawak, cuoco libanese e attivista del cibo. Ha fondato il primo mercato biologico del Libano, dove i piccoli produttori possono vendere i prodotti della loro terra; e ha promosso molte iniziative a favore dei rifugiati siriani. Vede il cibo come sviluppo ed emancipazione. A Firenze propone tra l’altro una lezione di cucina in cui spiega come si prepari il perfetto tabulé (pietanza araba composta da molte verdure diverse – ndr) che lui considera la metafora dell’attuale Libano».

Per informazioni, programmi, trailer dei film clicca qui.

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle