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Europa, 14 secoli di incontro e scontro con l’Islam

Manuela Borraccino
5 aprile 2016
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Europa, 14 secoli di incontro e scontro con l’Islam

In questo saggio Massimo Campanini offre uno studio comparato fra cristianesimo e Islam, oggi assai necessario e utile a chiunque non si accontenti dei luoghi comuni sul presunto “scontro di civiltà”.


Agli inizi del XII secolo “arabismo” era sinonimo di scienza e di “razionalità” e, come l’Islam deve molto alla riflessione del cristianesimo, così l’identità dell’Europa cristiana è stata forgiata anche dai lunghi secoli di confronto con il mondo musulmano. In questo piccolo e intenso saggio Massimo Campanini adotta lo sguardo dell’hanīf, del monoteista, e risale alle origini del cristianesimo e dell’Islam per indagare somiglianze e differenze fra le due fedi nate sì dal ceppo dell’ebraismo, ma nettamente differenziatesi dalle radici abramitiche sul piano escatologico e della Salvezza. Senza contare che mentre Gesù e Maometto sono figure pienamente storiche, Mosè è piuttosto, per molti studiosi, “una figura del mito”, con una biografia “fiabesca” sulla quale non esiste alcun riscontro esterno alla Bibbia e con un “significativo silenzio assoluto” da parte della storiografia egizia.

Filosofo di formazione e docente di Storia dei paesi islamici all’Università di Trento, in Islam religione dell’Occidente Campanini affronta uno studio comparato fra cristianesimo e Islam oggi quanto mai necessario e utile per chiunque non si accontenti dei luoghi comuni sul presunto “scontro di civiltà” preconizzato da Samuel Huntington. Fin dalle origini infatti l’Islam «non è una nuova religione, né pretende di esserlo, mentre pretende di essere il perfezionamento del monoteismo originario».

L’autore smaschera i casi di “orientalismo pregiudiziale” nella sterminata bibliografia su Maometto e spiega perché l’opera del 1935 del riformista egiziano Muhammad Husayn Haykal (1888-1956) possa esser considerata una delle più “scientifiche” biografie del Profeta scritte in ambito musulmano. Tra le pagine più vivide del saggio figurano quelle della ricostruzione da parte della tradizione musulmana della vita di Maometto, «un uomo che era sì ispirato e carismatico, ma anche vulnerabile e terra terra», così come della complessità della figura di Gesù nel Corano e di come la cristologia coranica si distacchi in molti punti dalla tradizione cristiana, in particolare nel diverso significato che viene dato alla morte di Gesù (cruciale, com’è noto, è la negazione da parte musulmana che Gesù sia stato crocifisso), nelle varie interpretazioni dell’auto-consapevolezza di Gesù e Maometto della loro missione, nonché dell’eredità del loro insegnamento raccolta dai discepoli.

Perché l’Islam non può essere considerato alieno al cosiddetto Occidente? Campanini ricorda come «crollato l’Impero romano sotto i colpi dei barbari, l’”Europa” intraprende il cammino che condurrà alla ridefinizione degli spazi e delle culture del cosiddetto Medioevo: l’Islam si inserisce pienamente in questo processo». L’Islam infatti costruì il proprio mondo nuovo non distruggendo, bensì adattando il messaggio di Maometto alla base della civiltà precedente che aveva forgiato il Nord Africa e il vicino Oriente.

Il Mediterraneo fu il teatro privilegiato di un fittissimo e ininterrotto interscambio economico, commerciale, filosofico e culturale intrecciato tra la sponda nord e sud. Questo specchio di mare, ricchissimo di storia, segnò dei confini e allo stesso tempo delle vie di comunicazione sulle quali viaggiavano uomini, idee e notizie: Campanini ricorda come “il patrimonio della filosofia e della scienza greca, da Aristotele a Euclide, da Tolomeo a Galeno, fu salvato dall’Islam dal disastro del crollo del mondo antico; e l’Islam, attraverso la mediazione della Spagna e della Sicilia […], trasmise Aristotele e la scienza greca alle Università europee, da Parigi a Oxford, a Padova e a Bologna”. I commentari di Averroè ad Aristotele furono libri di testo nelle università europee fino al Cinquecento. Il Canone del medico, fisico e matematico persiano Avicenna fu il più importante libro di medicina di tutto il Medioevo. Persino la cosmologia di Dante nella Divina Commedia non è esente da numerose suggestioni arabe. Europa e mondi musulmani mediterranei hanno sempre rivendicato, a volte con durezza, la propria identità e specificità. Quel che è certo è che «l’espansione islamica non ha interrotto, ma stimolato, lo sviluppo civile europeo nonostante i conflitti».

Contro le forme odierne di islamofobia e cristianofobia, il libro di Campanini può perciò essere letto anche come il tentativo di far riaffiorare dalle profondità della storia le profonde interrelazioni culturali e teologiche fra due mondi che hanno dialogato per secoli e si sono condizionati a vicenda almeno fino a quando, con le tre epoche della Rivoluzione scientifica, quella francese e quella industriale, la riflessione filosofica all’interno dell’Islam si è trovata a rincorrere in ritardo, e senza riuscire più ad “agganciarle”, le categorie tipiche della “modernità” e dell’Occidente.


Massimo Campanini
L’Islam, religione dell’Occidente
Mimesis, Sesto San Giovanni (MI) 2016
pp. 153 – 15,00 euro

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