Ogni anno milioni di musulmani si recano in pellegrinaggio ai santuari mariani cattolici del Medio Oriente. Capita ad Harissa in Libano; a Saydnaya, in Siria, a Betlemme in Palestina (specialmente alla Grotta del latte) ma anche in Egitto, dove molti luoghi e santuari ricordano la visita della Santa Famiglia. Capita in Turchia, ad Efeso (nella foto), presso la casa della Vergine, dove ogni giorno decine e decine di musulmani, specialmente donne, si recano in preghiera, lasciando sulle pareti adiacenti il santuario (ormai tappezzate di piccoli biglietti colorati) richieste di grazie e invocazioni. I musulmani si mettono in cammino verso questi santuari mariani, sapendo che Maria è la donna più elogiata nel Corano, l’unica nominata per nome, definita Siddīqah (verace, credente, santa). Maria è «la purissima», perché Dio stesso l’ha resa pura. L’ultimo versetto (12) della Sura 66 (al-Tahrīm) recita infatti così: «E Maria, figlia di ‘Imran, che conservò la sua verginità; insufflammo in lei il Nostro Spirito. Attestò la veridicità delle parole del Suo Signore e delle Sue Scritture, e fu una delle devote». Anche in terra di Turchia, nella quiete del luogo che la tradizione ritiene essere stato abitato dalla Madre di Dio, Maria non smette di essere ponte tra cristiani e musulmani.