Piazza Tahrir cinque anni dopo, in Rete un Digital Museum sulle donne
«Abbiamo chiesto alle donne egiziane che hanno agito eroicamente durante la rivolta del gennaio 2011 di raccontare la loro storia». È nato così il Museo digitale delle donne.
Il 25 gennaio 2011 abbiamo spezzato le catene della paura e del silenzio, rifiutando di tornare alle nostre case malgrado venissimo accusate dai nemici dell’Egitto e dagli agenti di Mubarak di commettere oscenità nelle tende. Essi non si rendevano conto che i giovani in piazza erano molto più puri di loro». Così racconta Duaa’ al Adel, soprannominata «l’inchiostro della Rivoluzione» per le caricature che ha disseminato sui muri intorno a piazza Tahrir nei giorni della rivolta, sulle pagine del Digital Museum of Women, il primo passo di un sogno generato dall’estro dell’attivista 29enne Yasmine Ibrahim. Quella della vignettista cairota è infatti solo una delle centinaia di testimonianze raccolte sul Museo digitale, lanciato nell’estate 2013 per documentare il ruolo avuto dalle donne nel successo della Rivoluzione del 25 gennaio 2011 e diviso in quattro sezioni: Donne e politica, cultura, economia e società.
«Il museo è costituito da un sistema informatico costantemente aggiornato disponibile online: abbiamo chiesto alle donne che hanno agito eroicamente durante la rivolta di raccontare la loro storia, in modo da far conoscere le lotte e i sacrifici compiuti dalle donne in quello che è stato un periodo epocale della storia egiziana», ha raccontato al quotidiano online Al Monitor Yasmine Ibrahim, premiata dall’International Center for Journalists quando il suo sito è stato segnalato come una delle otto migliori iniziative mediatiche per il Medio Oriente e Nord Africa dall’organizzazione statunitense. Oggi, a ridosso del quinto anniversario della rivolta del 2011, quando gli egiziani rovesciarono dopo 18 giorni di proteste il regime di Hosni Mubarak al grido di «Pane, giustizia e libertà», Yasmine già pensa al prossimo passo: traghettare il museo dal mondo virtuale a quello reale. I fondi già li ha raccolti: manca solo la licenza del ministero della Solidarietà sociale.
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Terrasanta 1/2016
Eccovi il sommario dei temi toccati nel numero di gennaio-febbraio 2016 di Terrasanta su carta. Tutti i contenuti, dalla prima all’ultima pagina, ordinati per sezioni. Buona lettura!
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