Gli ebrei hanno un rapporto particolarissimo con il cibo. Non sorprende, allora, che la tecnologia israeliana abbia approntato cinque applicazioni (app) scaricabili sul cellulare per imparare a nutrirsi correttamente senza rinunciare al gusto.
Un commento rabbinico al libro del Levitico, che contiene le norme relative ai cibi permessi e a quelli vietati, ad un certo punto precisa: «Nel mondo futuro il Signore allestirà un banchetto per i suoi più fedeli servitori, i giusti. A quel tempo avrà il privilegio di partecipare al banchetto chiunque non avrà mangiato un cibo improprio in questo mondo» (Midrash Vajiqra’ Rabbah XIII,3). Per «cibo improprio» non si intende solo ciò che è proibito, ma anche tutto ciò che può nuocere alla salute. Per questo anche il Talmud non si limita a considerare le norme alimentari tradizionali ma si sofferma sul valore del cibo dal punto di vista della sua salubrità: ad esempio si precisa che è consigliabile mangiare pane soprattutto la mattina, così come si esorta a bere mangiando per favorire la digestione e la corretta assimilazione; si danno inoltre consigli utili alla scelta degli alimenti adatti al proprio stato fisico, in quanto la salute del corpo garantisce anche quella dello spirito.
Non sorprende allora che la tecnologia israeliana abbia approntato cinque applicazioni (app) scaricabili sul cellulare per imparare a nutrirsi correttamente senza rinunciare al gusto: a seconda delle proprie necessità ed esigenze si può scegliere quella più adatta a coniugare sapore e benessere senza eccedere in sostanze nocive per la salute. Si può scegliere ad esempio di utilizzare Fooducate, creata da Hemi Weingarten, che grazie ad un finder che analizza il codice a barre degli alimenti confezionati permette di fare la spesa al supermercato verificando qualità e grado nutrizionale. Oppure si può utilizzare My Diet Coach, creata da Anat Levy, che non solo insegna a nutrirsi bene ma, in caso di attacchi di panico per fame, offre un tasto che aiuta a resistere in attesa che la fame sparisca. Altra possibilità è Nutrino, ideata da Jonathan Lipnik e Yaron Hadad, che raccoglie informazioni sullo stato di salute e propone piatti ad hoc monitorando ogni progresso, così come MakeMyPlate, fondata da Alin Cooperman, propone un elenco visivo di pasti bilanciati sulla base di linee guida nutrizionali. Per chi invece ama la cucina vegana si consiglia Go Vegan, di Yehuda Goldner, che visualizza piatti vegani e indica i ristoranti ove trovarli. Tutto ciò naturalmente nella piena osservanza delle regole alimentari ebraiche.
Significativi sono anche i risultati di alcune ricerche israeliane: l’ultimo studio diretto dall’Università Ben-Gurion del Neghev, ha rilevato ad esempio che un bicchiere di vino rosso ogni sera può migliorare la salute cardiovascolare dei pazienti con diabete di tipo 2, aiutandoli anche a gestire il colesterolo. Lo studio è stato effettuato su 224 diabetici di età compresa tra i 45 e i 75 anni che generalmente non bevono alcol. Ad alcuni è stato chiesto di iniziare a bere moderatamente seguendo una dieta mediterranea e i risultati sono stati sorprendenti. Interessanti anche i risultati dei ricercatori del Technion guidati dal professor Michael Aviram della Facoltà di Medicina e del Rappaport Rambam Medical Center, i quali hanno scoperto che il succo di melograno non solo ha proprietà terapeutiche e antitumorali ma, associato ai datteri, fornisce massima protezione contro l’arteriosclerosi. Sono tutti esempi di tecnologia a favore della salute e del benessere che rimettono al centro le esigenze umane nel rispetto della tradizione.
(Per ulteriori informazioni, cfr l’articolo di Marina Gersony sul Bollettino della Comunità ebraica di Milano, dicembre 2015).
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Terrasanta 1/2016
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