Prende le mosse dalla cronaca amara di questi mesi, il messaggio augurale del Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, per il Natale 2015 e l’inizio del nuovo anno. Una cronaca amara, sì, ma era forse più rosea quella dei giorni e dei luoghi dell’Incarnazione del Verbo divino, duemila anni fa a Betlemme?
(g.s.) – Prende le mosse dalla cronaca amara di questi mesi, il messaggio augurale del Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, per il Natale 2015 e l’inizio del nuovo anno. Una cronaca amara, sì, ma era forse più rosea quella dei giorni e dei luoghi dell’Incarnazione del Verbo divino, duemila anni fa a Betlemme?
Scrive il padre Custode: «Stiamo vivendo un tempo arduo, il cui susseguirsi di tragedie e di violenze ci ha colmato di paure. La descrizione della fine dei tempi, che la Liturgia ci ha proposto prima dell’Avvento (Vangelo di Marco 13, 24-32), è sembrata l’eco di una cronaca attuale, che ci ha reso difficile attendere il Natale con sentimenti di gioia, di festa, di vita. La paura sembra dettare il nostro agire, anche nelle piccole azioni quotidiane. Ma soprattutto abbiamo paura dell’altro, come se avessimo perso il coraggio di credere nell’altro. Non ci fidiamo più e siamo tentati di rinchiuderci nel nostro piccolo cerchio. Abbiamo paura del musulmano, dell’ebreo, dell’orientale o dell’occidentale, secondo dove ci troviamo. Il nemico è diventato “gli altri”; pensiamo che “gli altri” siano contro di noi, che ci minaccino e ci rubino la speranza di un mondo sicuro, di un futuro migliore».
«In Siria, in Iraq, in Terra Santa, in Oriente così come in Occidente, sembra che la forza della violenza sia l’unica voce possibile per contrastare la violenza che ci sovrasta», annota fra Pizzaballa, che prosegue: «Aspettare il Natale in queste circostanze, interroga la nostra fede e fa nascere il bisogno di una speranza più grande. Sono questi i sentimenti che ci hanno accompagnato nella partecipazione alle varie cerimonie per l’accensione dell’albero di Natale e la benedizione del Presepe».
«Natale- medita il Custode di Terra Santa – ci dice che Dio ama la vita, che Lui stesso è vita. È questa verità il motivo definitivo e buono per stare su questa terra. Perché è tempo di cercare motivazioni autentiche, ragioni ultime per continuare a vivere e a sperare. Ragioni e motivazioni che rimangano, che tengano, che non subiscano le altalenanti fasi delle nostre angosce o delle nostre esaltazioni, che abbiano il sapore di una misura giusta, di un orizzonte reale. È tempo di cercare domande e risposte, orientamenti, di ritrovare l’Oriente. E questo Oriente è il Cristo, Uomo e Dio. Il Natale ci richiami, dunque, a questo Oriente».
La nostra esperienza umana di credenti ci conduce verso l’incontro con Lui, dice fra Pizzaballa, e non verso l’ignoto o il buio: «Allora, questo tempo difficile sarà comunque un tempo buono, se ci restituirà la consapevolezza che è il tempo dell’incontro; se ci renderà – finalmente – bisognosi di qualcosa che sia altro da noi stessi; se ci renderà più attenti a chi abbiamo vicino, perché il futuro verso cui camminiamo potrà essere soltanto il compimento di ogni relazione di cui avremo avuto cura, qui, ora. Anche in queste circostanze drammatiche».
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Il testo integrale del messaggio del Custode di Terra Santa è disponibile nel sito istituzionale della Custodia di Terra Santa e in quello della Fondazione Terra Santa.