Nel corso della sua esistenza (1858-1916), il beato Charles de Foucauld, di cui la Chiesa si appresta a celebrare con molte iniziative il centenario della morte (Tamanrasset, 1 dicembre 1916), ha scritto migliaia di lettere, accomunate dalla cura attenta e premurosa riservata a ciascun destinatario (si calcola che furono all’incirca cinquecento).
Questo volume, curato con grande perizia dalle Discepole del Vangelo (che fanno parte dell’Associazione Famiglia Spirituale Charles de Foucauld) raccoglie settantasei lettere da lui scritte a diverse consacrate – delle quali si considera ora padre, ora fratello, ora figlio nella fede – nel tempo della sua permanenza a Nazaret (1897-1900) e nel Sahara (1901-1916).
Durante il suo soggiorno in Terra Santa, fratel Carlo è ospitato presso il monastero delle Clarisse di Nazaret e presto conosce anche le Clarisse di Gerusalemme. In seguito a questo soggiorno corrisponderà per anni con le singole suore dei due monasteri e con le badesse, in particolare con madre Marie-Ange de Saint-Michel e con madre Elisabeth du Calvaire. Successivamente, dal 1904, a qualche anno dal suo insediamento nel Sahara, dopo aver conosciuto le Suore bianche, avvierà intensi rapporti epistolari anche con loro, costruendo legami profondi, che custodirà sino agli ultimi giorni della sua vita.
Nelle lettere accompagna spiritualmente le consacrate, manifestando sincera gratitudine per la cura che in molti modi gli riservano. Con loro condivide intimi pensieri, progetti e desideri, come quello – rimasto inesaudito mentre era in vita – «dello stabilirsi qui di una fraternità, (…) monaci imitatori fedeli della Sua vita di Nazaret, adoratori della Santa Ostia e che vivano nei paesi infedeli, più lontani e più difficili per portare Gesù là dove non c’è ancora e per salvare le pecore più perdute».
Dalle sue parole emergono la familiarità con la Parola di Dio, la dedizione indomita e fedele «alle anime abbandonate» che lo circondano, le preghiere di intercessione offerte con instancabile perseveranza, e, su tutto, il desiderio di imitare/seguire il suo beneamato Gesù e la felice intuizione del «mistero di Nazaret».
Come sottolineava Papa Francesco nell’omelia del 3 ottobre scorso, «Charles de Foucauld, forse come pochi altri, ha intuito la portata della spiritualità che emana da Nazaret».
Infatti Nazaret, scrive il teologo Pierangelo Sequeri in un volume dedicato a fratel Carlo, «non è il “prologo” della vita pubblica, il semplice momento “preparatorio” della missione, la forma di una “pre-evangelizzazione” che realizza una condivisione generica e una testimonianza anonima. (…) Nazaret è la vita di Gesù, non semplicemente la sua prefazione. È la missione redentrice in atto, non la sua mera condizione storica. Nazaret è il lavoro, la contiguità, la prossimità domestica del Figlio che si nutre per lunghissimi anni di ciò che sta a cuore all’abbà-Dio».
In questo passaggio d’epoca, nel quale la Chiesa è avviata e guidata, come si legge nell’Evangelii Gaudium, verso «una nuova tappa evangelizzatrice», Charles de Foucauld, con la sua intuizione del «mistero di Nazaret», ci può istruire in modo speciale.
Charles De Foucauld
Lettere a donne consacrate:
madri, sorelle, figlie
ed. Glossa, Milano 2015
pp. 201 – 28,00 euro