In una lettera indirizzata il 19 ottobre scorso alle Chiese membro del Consiglio ecumenico delle Chiese, il segretario generale Olav Fykse Tveit ha espresso la sua solidarietà alle Chiese e ai popoli di Terra Santa, nonché il rinnovato impegno del massimo organismo ecumenico per la giustizia e la pace tra Palestina e Israele.
(g.c.) – «Stiamo seguendo con crescente apprensione gli eventi che toccano tutta la regione e in particolare la Città Santa di Gerusalemme, che non cessa di essere nei nostri cuori e nelle nostre preghiere come la città aperta dei due popoli (israeliano e palestinese) e delle tre fedi (ebraismo, Islam e cristianesimo)». In una lettera indirizzata il 19 ottobre scorso alle Chiese membro del Consiglio ecumenico delle Chiese, il segretario generale Olav Fykse Tveit (che è anche co-presidente del Forum ecumenico israelo-palestinese) ha espresso la sua solidarietà alle Chiese e ai popoli di Terra Santa, nonché il rinnovato impegno per la giustizia e la pace tra Palestina e Israele che anima da sempre l’organismo ecumenico.
«Il nostro lavoro e le nostre preghiere per una pace giusta sia per palestinesi che israeliani prosegue. Rimarchiamo la necessità che venga rispettato lo status quo nei Luoghi Santi di Gerusalemme come importante contributo per ridurre le tensioni attuali». Tveit, che è un pastore della Chiesa luterana norvegese, continua mettendo in luce come «da cristiani si debba lavorare tutti insieme perché finisca la violenza contro ogni figlio di Dio, che termini l’occupazione e le ingiustizie che sono oggi il maggiore ostacolo alla pace tra Israele e Palestina. La violenza è un mezzo inaccettabile e controproducente per affermare la giustizia. Adeguate misura di sicurezza e il rispetto della legge sono invece appropriati strumenti per rispondere agli attacchi, non una violenza senza legge».
La dichiarazione del segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese – organismo di coordinamento che ha sede a Ginevra e raggruppa al momento 349 membri di tutte le principali denominazioni cristiane, esclusa quella cattolica – rilancia con forza le convinzione «che debba cessare ogni occupazione illegale dei Territori palestinesi, non come precondizione per la fine della violenza, ma come elemento essenziale per una pace sostenibile, giusta e durevole nella regione».
Il Consiglio ecumenico delle Chiese dedicherà il prossimo Pellegrinaggio di giustizia e di pace, previsto nel 2016, ai temi e alle sofferenze del Medio Oriente, in particolare di Israele e Palestina.
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