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Arte per la pace: le «Donne dell’ulivo»

Elena Lea Bartolini De Angeli
27 settembre 2015
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Arte per la pace: le «Donne dell’ulivo»
Le Donne dell'ulivo durante una riunione del loro gruppo.

Nel numero di Terrasanta di settembre-ottobre 2015 la rubrica Judaica segnala un'altra piccola esperienza di incontro, di quelle che ci piace censire. Protagonista è un gruppo di donne in Galilea, di popoli e fedi diverse. Accomunate da un progetto di pittura sul tema dell'ulivo, hanno imparato a dialogare. In ottobre la loro mostra sarà a Milano e Roma.


Nel numero di Terrasanta di settembre-ottobre 2015 la rubrica Judaica segnala un’altra piccola esperienza di incontro, di quelle che ci piace censire. Protagonista è un gruppo di donne in Galilea. Di popoli e fedi diverse, queste donne sono accomunate da un progetto di pittura sul tema dell’ulivo, e grazie ad esso hanno imparato a dialogare. La loro mostra sarà presto a Milano e Roma. Proponiamo l’articolo anche ai lettori di Terrasanta.net.

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«Sii discepolo di Aronne, ama la pace e perseguila» (Mishnah, ’Avoth I,12), questa esortazione attribuita al grande maestro Hillel – contemporaneo di Gesù di Nazaret – costituisce una massima che la tradizione ebraica non ha mai perso di vista, e che ha ispirato il progetto promosso da un gruppo di donne nel nord di Israele. Tutto è iniziato ad Afula, nel Centro dell’Organizzazione internazionale delle donne sioniste (Women’s International Zionist Organization – Wizo), fondata nel 1927 e attiva nel campo del volontariato sociale e culturale, anche con il sostegno di Wizo Francia. Un corso di pittura è diventato un’iniziativa per la pace e per la reciproca conoscenza trasformandosi in una formidabile occasione di incontro, scambio e amicizia, dando inoltre vita ad una serie di dipinti tutti incentrati sul tema dell’ulivo, l’albero simbolo universale della pace. Donne di tutte le etnie: ebree, musulmane, arabo-cristiane, circasse; donne tra i 17 e gli 80 anni, originarie della Lituania, di Umm-Al-Fahm, di Tiberiade, della Romania, di Nazaret, di Isfahan, dell’Argentina e delle montagne del Caucaso…, cittadine israeliane, residenti ad Afula, a Nazaret e in altri villaggi circostanti, si sono cimentate sul tema raffigurando l’albero dell’olivo a partire dalla propria cultura e dalla propria sensibilità.

Questo gruppo è nato nel dicembre del 2013 e, da allora, si riunisce due ore alla settimana con Sheila, insegnante di pittura, e David, il direttore del centro Wizo di Afula, non solo per dipingere l’ulivo, ma anche per condividere storie di vita e cibo delle diverse tradizioni. Ne è nata una prima mostra, inaugurata presso la Galleria comunale di Afula e il Centro culturale francese di Nazaret. La Wizo Francia inoltre, comprendendo il valore umano di questa esperienza condivisa, ha chiamato il progetto Trait d’unionLes femmes de l’Olivier, e ha deciso di allestire una mostra itinerante internazionale con le opere realizzate dalle donne del Centro Afula che è già stata presentata in Francia e in Germania.

Ad ottobre arriverà anche in Italia: con il titolo Arte per la Pace sarà anzitutto esposta nel padiglione di Israele all’Expo 2015 di Milano, dal 9 al 14. In seguito verrà ospitata dal Comune di Roma e sarà visibile nell’ambito di un progetto articolato su più giorni che includerà anche la cerimonia del Premio letterario Adei-Wizo «Adelina Della Pergola» (Adei è l’acronimo dell’Associazione donne ebree italiane). Oltre ai dipinti, l’esposizione comprende un catalogo d’arte sponsorizzato da Kichka, autore di fumetti e vignettista politico membro del Cartooning for Peace, una serie di pannelli che presenteranno ai visitatori le artiste e la loro idea espressiva e otto roller con schede sulla storia di Israele e della Wizo. È il primo progetto europeo adottato congiuntamente da otto federazioni nazionali, il quale porterà in Italia alcune delle artiste che sono magnificamente riuscite a costruire un rapporto di rispetto, amicizia e condivisione e che, assieme al direttore del Centro di Afula e all’insegnante di pittura, racconteranno agli ospiti la loro esperienza. L’inaugurazione è prevista per il 18 ottobre 2015 (la chiusura due giorni dopo), presso lo spazio espositivo Sala Margana (al civico 41 dell’omonima piazza). Un esempio concreto che mostra un aspetto della Terra di Israele controcorrente rispetto alla politica dei media, solitamente più interessati alla violenza e al terrorismo che alle iniziative di pace. Ma ricorda Rabbi Tarfon, un altro grande maestro della tradizione: «Il giorno è breve, il lavoro è grande… Non spetta a te terminare il lavoro, ma nemmeno sei libero di esonerartene» (Mishnah, ’Avoth II,16-17), e queste donne stanno proprio lavorando in tale prospettiva.

Elena Lea Bartolini De Angeli

Clicca qui per un servizio televisivo, in lingua inglese, dedicato al progetto delle Donne dell’ulivo.

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