A un mese dalla scomparsa del patriarca Nerses Bedros XIX Tarmouni il sinodo della Chiesa armena cattolica, riunitosi a Bzommar (in Libano) dal 14 al 24 luglio, ha eletto il suo successore: è mons. Grégoire Ghabroyan (81 anni). Ora che è patriarca di Cilicia degli Armeni sarà chiamato Grégoire Bedros XX Ghabroyan. Le felicitazioni di Papa Francesco.
(g.s.) – A un mese dalla scomparsa del patriarca Nerses Bedros XIX Tarmouni il sinodo della Chiesa armena cattolica, riunitosi a Bzommar (in Libano) dal 14 al 24 luglio, ha eletto il suo successore: è mons. Grégoire Ghabroyan (81 anni). Ora che è patriarca di Cilicia degli Armeni sarà chiamato Grégoire Bedros XX Ghabroyan.
Il presule è nato ad Aleppo, in Siria, il 15 novembre 1934. È entrato in seminario giovanissimo, presso il collegio dei padri maristi a Jounieh (in Libano) e ha completato la formazione teologica presso la Pontificia università Gregoriana. Il 3 gennaio 1977 è stato nominato esarca degli armeni cattolici di Francia e ha ricevuto l’ordinazione episcopale il mese seguente. Monsignor Ghabroyan alla guida degli armeni cattolici francesi anche quando nel 1986 l’esarcato apostolico è stato elevato al rango di eparchia (diocesi). Aveva terminato di svolgere l’ufficio di vescovo diocesano nel febbraio 2013.
Come previsto dal Codice di diritto canonico delle Chiese orientali, dopo l’elezione del 24 luglio il nuovo patriarca armeno-cattolico ha chiesto al Papa di concedergli la comunione ecclesiastica, ottenuta la quale avrà facoltà di convocare il sinodo e di ordinare nuovi vescovi.
Aderendo alla richiesta del patriarca Ghabroyan, Papa Francesco gli ha inviato un messaggio il 25 luglio, con il quale ha concesso la comunione ecclesiastica e si è felicitato con il neo eletto. «L’elezione di Vostra Beatitudine – ha scritto il Pontefice – giunge in un momento in cui la vostra Chiesa deve fronteggiare difficoltà e nuove sfide, come, in particolare, la situazione di una parte dei fedeli armeno-cattolici sottoposta alle grandi prove del Medio Oriente. E tuttavia, illuminato dalla luce della fede nel Cristo Risorto, il nostro sguardo sul mondo è pieno di speranza e di misericordia, perché siamo certi che la Croce di Gesù è l’albero che dona la vita».
«Sono convinto – ha soggiunto Francesco – che Vostra Beatitudine, in comunione con i venerabili Padri del Sinodo, con l’aiuto dello Spirito Santo, saprà, con una saggezza tutta evangelica, essere il “Padre e Capo”, il Buon Pastore della porzione del popolo di Dio, che gli è stata affidata. I numerosi martiri armeni e san Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, non mancheranno di intercedere per voi».