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Sono i più perseguitati al mondo, ma pochi se ne curano

Manuela Borraccino
7 aprile 2015
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Sono i più perseguitati al mondo, ma pochi se ne curano

Sono una settantina gli autorevoli studiosi del fenomeno religioso interpellati per Il libro nero della condizione dei cristiani nel mondo, un’iniziativa editoriale di respiro mondiale a cura di Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi con il coordinamento del giornalista Samuel Lieven. Parliamo di un’indagine a tutto campo, rigorosa e sistematica, che in 600 pagine spiega in che modo e perché il cristianesimo risulti oggi la religione più perseguitata al mondo.


L’assalto alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad, costato la vita a più di 60 persone nell’ottobre 2010; i pogrom nello stato indiano dell’Orissa; le ragazze violentate e costrette a convertirsi all’Islam in Pakistan, uno dei Paesi più pericolosi del mondo in cui nascere per un cristiano; le suore stuprate in Congo, in India, in Sudan; i cittadini discriminati in Turchia, in Egitto, in Nigeria; parroci e vescovi scomparsi da decenni in Cina, inghiottiti dai campi di lavoro forzato in Corea del Nord. Istantanee della “guerra globale contro i cristiani” come la definisce John Allen, tra i 70 più autorevoli studiosi del fenomeno religioso interpellati per Il libro nero della condizione dei cristiani nel mondo, un’iniziativa editoriale di respiro mondiale a cura di Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi con il coordinamento del giornalista Samuel Lieven.

Un’indagine a tutto campo, rigorosa e sistematica, che in 600 pagine affianca ai reportage le analisi storiche, geopolitiche, sociologiche per spiegare in che modo e perché il cristianesimo risulti oggi la religione più perseguitata del mondo. E che restituisce volti e storie dei martiri anonimi che riempiono le statistiche dei Rapporti internazionali sullo stato della libertà religiosa, le cui cifre e scenari però quasi mai riescono ad uscire dai circoli dell’editoria cristiana e dalle azioni diplomatiche del Vaticano.

Dati alla mano, secondo varie organizzazioni i cristiani oggi sono sottoposti a forme di vessazione in 139 Paesi del mondo, quasi tre quarti delle società del pianeta. Il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, cardinal Jean Louis Tauran, parlava nel 2013 di una cifra «fra i 100 e i 150 milioni» di cristiani perseguitati. Lo stesso papa Francesco ha ripetuto spesso di esser convinto che i cristiani siano molto più attaccati oggi che nei primi secoli di vita della Chiesa.

Perché il cono d’ombra, quando non il silenzio, intorno a questo fenomeno? Sembrerebbe essere questa la domanda cruciale che ha dato vita a questa straordinaria iniziativa editoriale internazionale che ha il merito di far uscire quella che è una vera e propria emergenza nell’ambito dei diritti umani dai circoli degli addetti ai lavori.

Chi si occupa da anni di attirare l’attenzione sulle violenze, le intimidazioni, gli omicidi, le violazioni sistematiche dei diritti umani perpetrate contro i cristiani nei Paesi in cui costituiscono una minoranza sa bene quanto sia difficile raggiungere un pubblico più ampio dei ristretti gruppi che si informano su questi temi, raccogliere fondi per sostenere l’istruzione e lo sviluppo di quelle società, provocare azioni governative e diplomatiche. Che si tratti, come rimarcano gli autori dei saggi che compongono questo Libro nero, di irrilevanza del fattore religioso nelle società occidentali e dunque indifferenza dei media generalisti, pregiudizio degli ambienti laicisti, enorme complessità di un fenomeno di difficile interpretazione che spazia dall’Estremo Oriente all’America Latina all’Africa sub-sahariana, preoccupazione eccessiva di rispettare il “politicamente corretto” da parte di leader e organizzazioni ecclesiali, è un fatto che la difesa della libertà religiosa è lungi dal divenire una priorità della politica estera e della diplomazia globale. Nel solo Medio Oriente, le rivolte del 2011 con l’ascesa del fanatismo violento islamista non hanno fatto che accelerare quella che il politologo libanese-americano Habib Malik definisce «la fase terminale del declino regionale» delle popolazioni cristiane, anche se l’intolleranza verso le minoranze è un fenomeno in atto da decenni.

Che fare? Innanzitutto occuparsene. Perché è una questione «che ci riguarda tutti», come ricorda nel suo contributo il filosofo razionalista francese André Comte-Sponville. Ben vengano dunque gli appelli contro la violenza perpetrata dai terroristi islamisti contro i cristiani come quelli sottoscritti da personalità come l’imam di Bordeaux Tareq Oibrou o come il gran rabbino di Francia Haim Korsia, entrambi tra gli autori di questo Libro nero. E poi passare all’azione, a livello umanitario e politico, con l’obiettivo di arrivare a prese di posizioni governative che vadano oltre le priorità economiche e strategiche che per tutti questi decenni hanno dettato l’agenda dei rapporti fra i nostri governanti e quelli dei Paesi coinvolti nelle violazioni di uno dei diritti umani fondamentali.

Perciò, dopo Il libro nero del comunismo e Il Libro nero della donna, Il Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo va salutato come un segnale importante che ha l’ambizione di coinvolgere nuovi attori, non credenti e non cristiani, in una campagna di sensibilizzazione rimasta relegata fino ad oggi alle denunce delle vittime e agli sparuti gruppi dei loro sostenitori.


Jean-Michel di Falco – Timothy Radcliffe – Andrea Riccardi
Il libro nero della condizione dei cristiani nel mondo
Mondadori, Milano 2014
pp. 603 – 20,00 euro

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