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Da Roma per la Terra Santa solidarietà sul pentagramma

Carlo Giorgi
10 dicembre 2014
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Dall’incontro tra Nelly, un’anziana signora di Betlemme, e Ruggiero, musicista dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, nasce l’idea di in ciclo di concerti per aiutare i cristiani, soprattutto i poveri e i perseguitati, della Terra Santa. Domani 11 dicembre si celebra il quinto, nella parrocchia di San Giovanni Battista de la Salle a Roma (Eur).


Nelly è un’anziana signora di Betlemme. È povera e vive nell’ospizio della Società Caritatevole Antoniana, istituzione cattolica della città del Natale. Nelly, in tutta la sua lunga vita di betlemmita, di pellegrini ne ha visti passare tanti. Ma un pellegrino come quello, forse, non avrebbe mai pensato di incontrarlo. E mai di certo avrebbe immaginato di diventare la «musa ispiratrice» di un ciclo di concerti voluti dai musicisti di una delle più prestigiose orchestre del mondo.

Lo scorso settembre l’ospizio di Betlemme riceve la visita di un piccolo gruppo di pellegrini di Roma. Uno di loro, Ruggiero Sfregola, è un musicista dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, più precisamente: sostituto del primo violino. «Era tempo che progettavo con moglie e figli un pellegrinaggio in Terra Santa – racconta Ruggiero – e alla fine, nonostante fosse il periodo dei bombardamenti su Gaza, ho deciso di partire. Ricordo che la visita a quel centro anziani inizialmente mi aveva infastidito. È lì che ho incontrato Nelly. Ma, nonostante la prima impressione, confesso che mi aveva riempito l’animo la gioia di quel luogo. Così ho iniziato subito a pregare per loro». Nei giorni del pellegrinaggio, prima di tornare a casa, dalla preghiera fiorisce poco a poco l’idea di fare qualcosa di concreto. «Tornato a Roma ho pensato di coinvolgere i miei amici musicisti – continua Ruggiero -; ho proposto loro di offrire gratuitamente un po’ di tempo e di lavoro per un ciclo di sei concerti, nei quali raccogliere offerte per gli anziani di Betlemme e per la Terra Santa. La risposta mi ha stupito: 30 musicisti dell’orchestra di Santa Cecilia hanno aderito immediatamente, a titolo completamente gratuito, così come circa 40 cantanti del coro dell’Accademia». Tra i musicisti anche alcune delle prime parti: Carlo Maria Parazzoli, primo violino; Roberto Gonzales-Monjas, primo violino; Raffaele Mallozzi, prima viola; Andrea Oliva, primo flauto, e Francesco Di Rosa, primo oboe.

Ruggiero termina il suo pellegrinaggio in Terra Santa il 6 settembre. Meno di un mese e mezzo dopo, il 19 ottobre, nella parrocchia di San Giovanni Battista de la Salle, all’Eur, si celebra il primo dei sei concerti di beneficienza che hanno come titolo Je m’appelle Nelly («Mi chiamo Nelly», come si era presentata in francese l’anziana signora dell’ospizio di Betlemme). Domani, giovedì 11 dicembre, nella stessa parrocchia andrà in scena il quinto appuntamento della serie (concerto per quintetto di fiati, con un programma che spazia da Gioacchino Rossini a George Gershwin). Per terminare, domenica 21 dicembre, con il concerto di Natale che ha come protagonista un grande coro composto da molte voci dell’Accademia di Santa Cecilia.

«I musicisti hanno fatto i salti mortali per poter realizzare i concerti – racconta don Massimiliano Nazio, parroco di San Giovanni Battista de la Salle e organizzatore del pellegrinaggio di settembre -. Tra il primo e il secondo concerto, ad esempio, l’Accademia è stata in tournée in Giappone… Il concerto di Vivaldi che hanno suonato al loro ritorno è stato bellissimo; ma erano sbarcati solo tre giorni prima, scontavano un jet lag di otto ore. Suonare di sera, alle 21, per loro è stato come suonare alle 5 di mattina!».

«In realtà la parrocchia ci sta aiutando moltissimo!», osserva Ruggiero. «Ad ogni concerto c’è chi porta da mangiare agli orchestrali, chi sposta le sedie in chiesa all’inizio e alla fine della serata…». Per venire incontro alle conoscenze e alle possibilità di ciascuno, ogni concerto è introdotto da una piccola lezione – tenuta dallo stesso Ruggiero -, che illustra la musica che verrà suonata; poi l’orchestra sale sul palco. Fino ad oggi la raccolta fondi è stata generosa.

Così con i primi quattro concerti si è fatta largo l’idea di aiutare anche altri beneficiari: i cristiani della Siria (con 4 mila euro di donazioni, affidate ad Ats – Pro Terra Sancta, la ong della Custodia di Terra Santa), il seminario Redemptoris Mater della Galilea (3.610 euro), la scuola delle Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria (anche note come Missionarie francescane d’Egitto) che lavorano ad Aida, campo profughi nei pressi della città di Betlemme (880 euro), il progetto Pietre della Memoria e la scuola musicale Magnificat (entrambi della Custodia di Terra Santa, 2.380 euro). Fin qui oltre 10 mila euro, a cui vanno aggiunte le donazioni che arriveranno nelle ultime due serate. «Proprio le offerte del concerto di domani saranno versate all’ospizio di Nelly – spiega don Massimiliano – mentre i soldi raccolti al concerto natalizio del 21 dicembre, andranno alle adozioni a distanza della scuola di Betlemme».

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