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Salerno: il Nome dell’Eterno e il dolore per le vittime

Giuseppe Caffulli
21 novembre 2014
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Salerno: il Nome dell’Eterno e il dolore per le vittime
Un albero d'ulivo, simbolo del convegno di Salerno

«Invocheranno il Nome dell’eterno concordemente uniti» è il titolo del convegno (24-26 novembre) che si svolgerà a Salerno e vedrà la partecipazione di vescovi, studiosi e personalità impegnate nel dialogo ebraico-cristiano a livello internazionale, sia cattoliche che protestanti. I lavori saranno inaugurai dal segretario generale della Conferenza episcopale italiana mons. Nunzio Galantino. Dolore per le vittime della strage alla sinagoga di Gerusalemme.


Si aprirà a Salerno, lunedì prossimo (e fino al 26 novembre) il convegno sulle prospettive del dialogo ebraico cristiano organizzato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso sul tema «Invocheranno il Nome dell’eterno concordemente uniti». Si tratta di una tre giorni che vedrà la partecipazione di vescovi, studiosi e personalità impegnate nel dialogo ebraico-cristiano a livello internazionale, sia cattoliche che protestanti. I lavori saranno inaugurai dal segretario generale della Conferenza episcopale italiana mons. Nunzio Galantino, da mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo e da don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.  Tra i relatori, i cardinal Francesco Coccopalmerio (Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi), il rabbino Giuseppe Laras (Presidente del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia), mons. Gianantonio Borgonovo, biblista e arciprete del Duomo di Milano, il prof. Daniele Garrone (Facoltà Valdese di teologia), Mons. Brian Farrell (Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani), suor  Mary Boys (Union Theological Seminary) e padre Pierre Lenhardt (docente emerito presso il Centro Cristiano di Studi Ebraici Ratisbonne). Nutrita la presenza del mondo ebraico, con studiosi di scienze bibliche e rabbini da varie parti del mondo. Prevista la presenza anche del rabbino David Rosen, (American Jewish Committee e membro permanente della Commissione bilaterale S. Sede – Stato di Israele). Oltre alle relazioni, la tre giorni di Salerno prevede anche gruppi di lavoro su tematiche attinenti al dialogo ebraico-cristiano: ebrei ed ebraismo nella liturgia, pellegrinaggi in terra d’Israele, ebraicità di Gesù, esperienze di dialogo, le scritture, l’ebraismo nella catechesi… Concluderanno i lavori il cardinale arcivescovo emerito di Milano Dionigi Tettamanzi, mons. Brian Farrell, padre Pierre Lenhardt e il rabbino Laras.

«Si tratta certamente di un evento di eccezionale importanza, una prima volta in Italia e in Europa, per spessore, contenuti e durata dell’evento», spiega Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore della Fondazione Maimonide. «L’auspicio è che possano prendervi parte il più ampio numero di persone, desiderose di imparare e di ascoltare il più possibile».

L’evento di Salerno si apre inevitabilmente nel segno del dolore per l’attentato alla sinagoga di Gerusalemme, che ha mietuto negli scorsi giorni 5 vittime nella Città Santa. A questo proposito,  mons. Gianantonio Borgonovo ha inviato al rabbino capo di Milano Alfonso Arbib un messaggio di solidarietà:  «Con lo sguardo inorridito e il cuore spezzato, ho voluto rileggere il Salmo 129 e mi si è illuminato il senso dell’ultimo versetto di quel testo, che mi ha sempre fatto pensare. Chi sta dalla parte del carnefice non può invocare il nome di D-o né pensare di agire in nome suo: D-o non è un oggetto che possiamo manipolare a nostro interesse, né un’idea che possiamo porre a sostegno delle nostre decisioni, specialmente quando queste sono al di sotto del livello minimo di umanizzazione. La gloria di D-o è l’uomo e la donna che vivono. Per questo “pieghiamo le ginocchia davanti a voi nel nome di JHWH”».

Bruno Segre, presidente dell’associazione Amicizia ebraico-cristiana di Milano, intitolata al cardinale Carlo Maria Martini, ha diramato da parte sua un comunicato, condiviso con il direttore dell’Ufficio ecumenismo della Conferenza episcopale italiana: «Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e tutto il nostro affetto in questo momento così tragico al popolo di Israele, sentendoci in particolar modo affratellati agli ebrei italiani. Di fronte ad una violenza assurda e blasfema, che è contro ogni principio di rispetto della vita umana e di qualsivoglia civiltà, come “Amicizia Ebraico-Cristiana di Milano Carlo Maria Martini” non possiamo che unirci a voi con queste parole del salmo 18, e additare chiaramente questi efferati ed esecrabili atti antisemiti come forma vile e barbara di ‘avodah zarah (atti idolatrici) in ogni modo da contrastarsi, senza se e senza ma».

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