La vicenda di fra Hanna Jallouf, il francescano della Custodia di Terra Santa sequestrato il 5 ottobre, in seguito posto agli «arresti domiciliari» e infine liberato a Knayeh, nella Valle dell’Oronte, in Siria, insieme ad una ventina di cristiani locali, ci aiuta a cogliere una volta di più lo stile della presenza francescana in Medio Oriente. Una lunga storia, quella della presenza dei figli di san Francesco nella regione, intessuta di esempi luminosi; una testimonianza cristiana resa senza compromessi, spesso fino al martirio. Sempre nella condivisione.
Per fra Hanna e i cristiani di Knaye le preoccupazioni non sono affatto finite. Si trovano in una zona ormai interamente nelle mani delle fazioni dell’Islam fondamentalista che combatte contro il regime di Bashar al Assad. Un’area che negli ultimi tre anni ha visto la fuga in massa della popolazione, preda di violenze e saccheggi. Fra Hanna, siriano, 62 anni, ha deciso di restare nella sua parrocchia. Almeno fino a quando ci sarà un cristiano.
Avrà paura, certamente, dei terroristi di al Nusra che imperversano in quelle zone (e che già l’anno scorso hanno ucciso, nel vicino villaggio di Ghassanieh, padre François Mourad). Lo immaginiamo preoccupato per i suoi parrocchiani dispersi e perseguitati… Ma ha dalla sua la forza della fede e la consapevolezza che «nulla ci può separare dall’amore di Cristo».
Negli ultimi tempi, nei villaggi della valle dell’Oronte, fra Hanna si è speso per far arrivare a tutti un aiuto: viveri, medicine, vestiti. Insieme a una parola di consolazione. La sua missione, per la quale rischia quotidianamente la vita, chiede di essere accompagnata dalla nostra preghiera e dal nostro sostegno concreto.