Nella Striscia di Gaza sono 121 i bambini che risultano uccisi dall’8 luglio scorso, inizio dei bombardamenti israeliani, fino alla giornata di ieri: 80 dei 121 bambini avevano meno di 12 anni. Solo negli ultimi due giorni sono stati 28 i minori uccisi nei bombardamenti, di cui 20 solo a Shujaiyeh, alla periferia del capoluogo.
(c.g.) – I bombardamenti nella Striscia di Gaza stanno lasciando sul terreno un numero impressionante di bambini: due giorni fa, ad esempio, a Shajaiyeh, nella periferia di Gaza City, quattro sorelline palestinesi sono state uccise dall’artiglieria israeliana mentre erano in compagnia dei loro nonni. Nel bombardamento del quartiere di Shajaiyeh sono morte almeno 60 persone tra cui molti civili. I genitori delle bimbe, all’inizio dell’operazione militare israeliana, il 9 luglio, le avevano portate in un quartiere periferico pensando così di metterle in salvo. Un altro esempio è quello di Zakaria Ahed Bakr, 10 anni. La mattina del 16 luglio scorso stava giocando con i cuginetti Ahed, Mohamed e Ismail suoi coetanei su una spiaggia della Striscia di Gaza. In vacanza dalla scuola, un piccolo gruppo dio bambini di un villaggio di pescatori, che giocano vicino al mare. Alcune cannonate israeliane li hanno raggiunti e maciullati mentre tentavano di mettersi in salvo. Secondo l’Unicef, agenzia Onu per l’infanzia, è composto da minorenni un terzo delle vittime palestinesi dell’operazione militare israeliana a Gaza. Sono 121 i bambini che risultano uccisi dall’8 luglio scorso, inizio dei bombardamenti israeliani, fino alla giornata di ieri: 80 dei 121 bambini avevano meno di 12 anni. Solo negli ultimi due giorni sono stati 28 i minori uccisi nei bombardamenti, di cui 20 solo a Shujaiyeh, alla periferia del capoluogo.
Oggi sarebbero 72 mila i bambini bisognosi di un sostegno psicologico secondo quanto ha comunicato all’agenzia palestinese Maan Monica Awad, portavoce dell’Unicef; ma le cinque squadre di medici psicologi dell’Unicef presenti a Gaza non riescono a lavorare secondo le poro possibilità, poiché devono fare i conti con le difficoltà di spostamento dovute all’intervento armato israeliano. I bambini spesso soffrono di gravi disagi psico-sociali, crisi di paura, di pianto che li portano ad avvinghiarsi continuamente ai loro genitori.
Da quando è iniziata l’operazione militare oltre 900 bambini sono stati feriti: schegge di bombe e granate, gravi ustioni , amputazioni di mani e piedi e ferite che avranno bisogno di un lungo periodo di cure e potrebbero condizionare comunque la loro vita futura. D’altra parte oggi per molti di loro la speranza di una vita normale è lontana: almeno 2.200 abitazioni sono state distrutte e 100 mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, cercando rifugio nelle 69 scuole gestite dall’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, considerate sicure.
Oltre 1 milione e 200 mila persone in questo momento a Gaza non hanno accesso all’acqua potabile e proprio i bambini sono le prime vittime di questa crisi idrica.