«Invito lei, presidente Mahmoud Abbas, e il presidente Shimon Peres a pregare con me per la pace e per questo apro la mia casa in Vaticano!». Dopo la sosta silenziosa al muro di separazione, Papa Francesco a Betlemme questa mattina ha compiuto un secondo gesto fuori programma, rivolgendo questo invito inatteso al termine della messa.
(c.g.) – «Invito lei, presidente Mahmoud Abbas, e il presidente Shimon Peres a pregare con me per la pace e per questo apro la mia casa in Vaticano!». Dopo la sosta silenziosa al muro di separazione, Papa Francesco a Betlemme questa mattina ha compiuto un secondo gesto fuori programma. Dopo il canto del Regina caeli al termine della messa ha rivolto questo invito a una preghiera comune in Vaticano. «Tutti desiderano la pace – ha continuato il Papa –. Tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti. Tutti abbiamo il dovere di farci strumenti e costruttori di pace. Costruire La pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento! Tutti gli uomini del mondo ci chiedono di portare davanti a Dio la loro esigenza di pace».
A Maria, ha poi soggiunto, «affidiamo questo territorio e tutti coloro che vi abitano, perché possano vivere nella giustizia, nella pace e nella fraternità. Affidiamo anche i pellegrini che qui giungono per attingere alle sorgenti della fede cristiana».
Bergoglio ha avuto un pensiero per Nazaret, la città della Galilea che non tocca durante questo breve soggiorno in Terra Santa. «Se Dio vorrà – ha detto – spero di andarci in un’altra occasione».