(Gerusalemme/m.a.b.) – Dopo una mattinata densa di appuntamenti, appena concluso il faccia a faccia con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al Centro Notre Dame, dove avrebbe poi dovuto pranzare con il seguito, Papa Francesco ha invece deciso di attraversare la strada e recarsi a pranzo nel refettorio del vicino convento di San Salvatore, la sede centrale della Custodia di Terra Santa.
Su sua richiesta, lo hanno accompagnato solo il delegato apostolico, mons. Giuseppe Lazzarotto, il padre Custode, Pierbattista Pizzaballa, e i superiori delle comunità francescane in Israele, Palestina, Siria, Giordania, Libano, Cipro e Rodi (la Custodia ha anche un convento al Cairo, in Egitto).
Solo il superiore di San Salvatore, fra Stéphane Milovitch, era stato messo al corrente della richiesta del Papa. Lui stesso ha informato i confratelli un’ora prima dell’arrivo dell’illustre ospite. Il breve preavviso non ha consentito di cambiare il menù del giorno – che in genere non è poi così male – e la cosa non può che aver fatto piacere al Papa, che aveva espressamente richiesto pasti semplici durante il viaggio.
I francescani giocano un ruolo importante in Terra Santa. Lo stesso fondatore, san Francesco d’Assisi, aveva incoraggiato l’istituzione di una provincia religiosa del suo Ordine in queste terre nel Capitolo del 1217. Da allora questa viene chiamata «la perla delle missioni» francescane.
In effetti i frati hanno messo piede per la prima volta in Terra Santa nel 1229, ma la loro presenza si è fatta stabile a partire dal 1335, con l’acquisizione del Cenacolo sul Monte Sion.
Unici cristiani d’Occidente autorizzati a vivere in Terra Santa dalle autorità musulmane dopo la presa della Città Santa da parte di Saladino nel 1187, ebbero l’onore di essere costituiti «custodi dei luoghi santi», a nome della Chiesa cattolica, da papa Clemente VI.
Solo negli anni Trenta dell’Ottocento fu nuovamente possibile per i non musulmani ristabilirsi nella regione (sottoposta al dominio ottomano – ndr). Fu così che, oltre a molti ebrei, giunsero in Terra Santa numerose altre congregazioni religiose cristiane, presenti ancor oggi.
Nel 1847 la Santa Sede decise di ristabilire il patriarcato cattolico latino fondato a Gerusalemme in epoca crociata, ma i francescani – che nel frattempo avevano cominciato a gestire parrocchie, scuole, dispensari, ecc. – mantennero un ruolo di primo piano, rimanendo anche i principali interlocutori rispetto alle Chiese orientali ortodosse (anche per quanto concerne lo status quo dei Luoghi Santi).
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