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Bartolomeo I verso Gerusalemme: «Siamo chiamati ad amarci e a dialogare»

Terrasanta.net
21 maggio 2014
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Bartolomeo I verso Gerusalemme: «Siamo chiamati ad amarci e a dialogare»
Francesco e Bartolomeo faccia a faccia in Vaticano. (foto: Patriarcato ecumenico/Nikolaos Manginas)

La proposta di commemorare insieme a Gerusalemme lo storico abbraccio ecumenico del 5 gennaio 1964 tra papa Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora viene dal successore di quest’ultimo, Bartolomeo I. Lui stesso, che sottopose l'idea a Benedetto XVI e a Papa Francesco, spiega il perché.


(Milano/g.s.) – La proposta di commemorare in modo solenne, replicandolo a Gerusalemme, lo storico abbraccio ecumenico che il 5 gennaio 1964 si scambiarono papa Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora viene dal successore di quest’ultimo, il patriarca Bartolomeo I.

Un’idea che egli stesso sottopose prima a Benedetto XVI e poi a Papa Francesco, appena dopo la sua elezione a vescovo di Roma nel marzo 2013.

Bartolomeo I ha voluto spiegare in breve il senso del nuovo abbraccio con Francesco in un breve intervento video postato nel sito web istituzionale del patriarcato ecumenico.

Riferendosi all’incontro tra papa Montini e il suo predecessore, il patriarca dice: «Il significato di quell’evento può essere compreso pienamente se posto sullo sfondo di un intero millennio di separazione nella Chiesa e di divisione, all’insegna della lontananza teologica e della reciproca sfiducia tra le due grandi tradizioni ecclesiali, l’orientale e l’occidentale».

«Naturalmente – riconosce il patriarca – l’incontro del 1964 a Gerusalemme fu solo l’inizio di un viaggio molto lungo che le generazioni successive furono chiamate a continuare. Se guardiamo ai 50 anni che ci separano da quell’evento entrambe le Chiese possono essere grate per il molto che abbiamo fin qui conseguito sia nel dialogo d’amore, e cioè negli scambi e nella comunicazione tra i leader e i rappresentanti, sia nel dialogo della verità, vale a dire il dialogo e i colloqui a carattere teologico. Uno spirito di amore reciproco e di rispetto ha rimpiazzato le vecchie polemiche e i sospetti. Non c’è bisogno di sottolineare che resta molto da fare e il percorso si prospetta ancora assai lungo. Ma noi siamo chiamati a proseguire su questa strada, nonostante tutte le difficoltà e gli inconvenienti. In quanto credenti e seguaci di nostro Signore Gesù Cristo che ha pregato perché i suoi discepoli fossero una cosa sola – Ut unum sint! – riconosciamo di non avere alternative».

Secondo il programma ufficiale del viaggio reso noto dalla curia patriarcale, Bartolomeo I giungerà a Gerusalemme due giorni prima del Papa. Venerdì 23 sarà ufficialmente accolto (alle 18.30) dal capo della Chiesa greco-ortodossa di Terra Santa, il patriarca Teofilo III, al Santo Sepolcro. Sabato 24, intorno alle 11.00, Bartolomeo si recherà a pregare nella basilica della Natività, a Betlemme (dove Bergoglio farà tappa il giorno dopo).

Nella mattinata di domenica, Bartolomeo e Teofilo (alle 7.00) celebreranno la divina liturgia nella basilica del Santo Sepolcro, dove il patriarca ecumenico tornerà in serata, alle 19, per la celebrazione con il Papa. Il rito prevede la lettura di due brani evangelici sulla risurrezione (uno in greco e uno in latino). Alla proclamazione del Vangelo seguiranno i discorsi e l’abbraccio tra Bartolomeo e Francesco. I due reciteranno poi insieme il Padre Nostro in italiano.

Lunedì 26 Bergoglio si recherà alla residenza del patriarca ecumenico sul Monte degli Ulivi per ricambiare la visita privata che Bartolomeo I gli ha reso alla delegazione apostolica il pomeriggio del giorno prima. Nel resto della giornata, l’arcivescovo di Costantinopoli visiterà il Museo di Israele e lo Yad Vashem. Incontrerà poi il capo dello Stato di Israele Shimon Peres e il primo ministro Benjamin Netanyahu. È previsto anche un pranzo con il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas.

Bartolomeo, al secolo Demetrios Archondonis, è quasi coetaneo di Francesco (il primo è nato nel 1940, il secondo nel 1936). Nell’ottobre 1991 è stato eletto 270.mo successore dell’apostolo sant’Andrea, nella sede di Costantinopoli (clicca qui per ulteriori notizie di carattere biografico).

Il patriarca è un convinto sostenitore della causa ecumenica, come anche di quella ecologica. Ha inoltre preso parte a numerosi incontri e occasioni di dialogo con leader musulmani ed ebrei, nello sforzo di promuovere il mutuo rispetto e la tolleranza religiosa a livello globale.

Parla correntemente greco (anche quello classico), turco, italiano, tedesco, francese, inglese e latino.

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