Il gesto (raro) di chiedere perdono
Il celebre comico egiziano Bassem Youssef ha commesso un passo falso che non gli sarà perdonato facilmente. Proprio lui che, nel suo programma El Barnameg, bersaglia con pungente ironia tante personalità pubbliche e i peggiori vizi della società egiziana, è stato accusato di plagio. Dopo qualche goffo tentativo di difendersi, l'artista ha chiesto perdono al pubblico. Almeno in questo dimostrando uno stile raro, in Egitto e altrove.
Il celebre comico egiziano Bassem Youssef ha commesso un passo falso che non gli sarà perdonato facilmente. Proprio lui che, nel suo programma El Barnameg, bersaglia con pungente ironia tante personalità pubbliche e i peggiori vizi della società egiziana, è stato accusato di plagio. I lettori hanno infatti scoperto che parti del suo ultimo articolo per il quotidiano al-Shorouk sono state copiate da un autore israeliano. I numerosi nemici di Bassem Youssef si sono immediatamente scatenati contro di lui, mentre i suoi ammiratori hanno provato una cocente delusione.
Bassem Youssef, all’inizio, ha cercato di giustificare il plagio come una disattenzione dovuta alla pressione del lavoro, facendosi pubblicamente beffe di se stesso nella successiva puntata del suo programma. La polemica, tuttavia, non si è placata. Il 23 marzo, quindi, il comico ha pubblicato un altro articolo su al-Shorouk, con una spiegazione dell’accaduto e scuse profondamente sentite che hanno acceso, questa volta, una discussione più generale sull’etica professionale, sull’errare umano e sul ruolo fondamentale del pubblico nel controllare la qualità del lavoro d’informazione.
Nel suo articolo di scuse, Bassem Youssef usa parole durissime nei propri confronti, confessando di “aver trattato tutta la faccenda con imbecillità, frettolosità e ostinazione”. Dà innanzitutto una spiegazione, senza tuttavia considerarla una scusante, perché – come scrive – «non c’è nessuna giustificazione per l’errore commesso, perciò porgo le mie scuse ai lettori in segno di rispetto, senza limiti né condizioni». Bassem spiega che, nell’articolo incriminato, avrebbe voluto offrire alcuni punti di vista diversi sulla crisi Ucraina. Nella prima bozza, le fonti alle quali aveva attinto erano indicate in alcune note a piè di pagina. Poi, durante le revisioni successive, avrebbe rimosso la parte finale con le note e, non avendo ricontrollato l’articolo prima di inviarlo al giornale (errore del quale si dichiara pienamente colpevole), non si sarebbe accorto del pasticcio fino a pubblicazione avvenuta, quando i lettori hanno fatto scoppiare lo scandalo. A quel punto, Bassem ha frettolosamente tentato di giustificarsi con la pressione del lavoro, aggravando – come ammette lui stesso – ancor più la situazione.
Dopo questo chiarimento, tuttavia, Bassem ribadisce che «non esiste assolutamente nessuna scusa per quel che ho fatto e me ne prendo l’intera responsabilità. Mi merito tutti gli attacchi, il biasimo e il sarcasmo di cui sono oggetto». Dice di non condividere l’opinione di chi, per difenderlo, afferma che ci si dovrebbe occupare di malefatte ben più gravi in Egitto, perché «il problema, qui, non è l’entità dell’errore, ma chi l’ha commesso. Poiché avendo Dio concessomi la grazia di una fama immensa, e godendo dell’affetto di molti, non esistono errori piccoli o grandi: l’entità dell’errore è pari al seguito e alla fama di una persona».
Bassem dice di sapere di aver perso per sempre la fiducia di molti, che non accetteranno mai le sue scuse. Sa anche che ci saranno ripercussioni sul suo programma e che quanto accaduto gli sarà ricordato ogni volta che muoverà una critica alla professionalità di qualcuno. Tuttavia dichiara: «Accetto tutto questo, lo considero un importante insegnamento che mi spinge a migliorare la mia prestazione professionale nei confronti del pubblico. E se c’è un pregio in quanto accaduto, è l’aver mostrato la verità delle cose, cioè che siamo umani e commettiamo degli errori. […] Tutti commettiamo errori, ma pochi hanno il coraggio e la “cultura” di chiedere perdono». Infine, Bassem annuncia che si asterrà dalla scrittura per un po’ di tempo, «per riflettere e rivedere i propri errori professionali, in modo da poter offrire un servizio migliore ai lettori».
Chissà se basterà tutto ciò per riconciliare Bassem Youssef con il suo pubblico? Molti sono stati colpiti da questa presa di responsabilità e accorata richiesta di perdono, inaudite nell’attuale scenario politico e giornalistico egiziano. Sarà davvero, come spera Bassem Youssef, «la nascita di una cultura del chiedere perdono quando si sbaglia»? Lui, intanto, si dichiara «orgoglioso di vivere in un tempo nel quale la censura popolare sta in prima linea nella lotta contro gli errori dei professionisti dell’informazione».