Nel gennaio scorso, la Chiesa cattolica ha celebrato la Centesima giornata mondiale del migrante e del rifugiato. In Terra Santa, presso la parrocchia di Sant’Antonio a Giaffa, la Giornata è stata vissuta con particolare intensità, perché migranti e rifugiati sono ormai una presenza non trascurabile nella realtà d’Israele. Alla celebrazione eucaristica presieduta il 18 gennaio dai padri Zaher Abboud ofm e David Neuhaus sj hanno partecipato lavoratori immigrati e rifugiati sudamericani, filippini, indiani, cingalesi, africani provenienti da Eritrea, Etiopia, Nigeria, Ghana, Repubblica del Congo, ma anche polacchi, russi, rumeni… La Chiesa cattolica di Terra Santa è sempre più impegnata nel sostegno pastorale ai tanti migranti e ai rifugiati che bussano alle porte del Paese.
Riprendendo più volte il messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, padre Neuhaus, che è il responsabile della Pastorale dei migranti all’interno del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha ripetuto: «È necessario cambiare atteggiamento verso i migranti e i rifugiati da parte di tutti. Passare da un atteggiamento di difesa o di emarginazione – che corrisponde a una “cultura di rifiuto” – a uno fondato sulla “cultura dell’incontro”».
In Israele attualmente si contano 50 – 60 mila migranti cattolici. La più grande comunità è quella filippina (circa 35 mila), più numerosa dei cattolici latini arabi di Israele (circa 28 mila). La pastorale dei migranti è dunque una grande sfida per la Chiesa cattolica in Terra Santa. Un’occasione per contribuire alla costruzione di una società più giusta e più solidale; di una Chiesa più aperta e fraterna.