Le notizie che filtrano dalla Siria settentrionale negli ultimi giorni confermano il rafforzamento sul terreno delle forze islamiste venute a combattere dall’estero. Nella Valle del fiume Oronte, punteggiata di villaggi cristiani, gli estremisti hanno creato un «emirato» e cercano di indurre i cristiani ad andarsene, conculcando i loro diritti.
(Milano/g.s.) – Le notizie che filtrano dalla Siria settentrionale negli ultimi giorni confermano il rafforzamento sul terreno delle forze islamiste venute a combattere dall’estero.
Nel Nord del Paese, sfuggito al controllo delle forze governative, si indebolisce la presenza della componente più laica antagonista al regime di Bashar al-Assad, a vantaggio degli elementi estremisti più o meno contigui ad al-Qaeda.
Testimonianze dirette provenienti dalla Valle del fiume Oronte, punteggiata di villaggi – come Knayeh, Yacoubieh, Jdeideh, Ghassanieh – fino ad oggi interamente o prevalentemente cristiani, confermano che i gruppi estremisti hanno assunto il pieno controllo del territorio e che lo governano come un «emirato».
La situazione è particolarmente desolante e pericolosa per i cristiani, ai quali è stato imposto di far sparire croci e statue e di far tacere le campane. Le donne possono presentarsi in pubblico solo a viso (o, quanto meno, a capo) coperto.
Chi contravviene alle disposizioni incorre nelle sanzioni previste dalle più rigide norme religiose musulmane. L’obiettivo sembra essere chiaro: indurre la popolazione cristiana ad andarsene. L’alternativa è restare e rischiare la pelle.