Un’ondata di esplosioni mortali sta scuotendo l’Iraq. Solo ieri sette differenti esplosioni a Baghdad hanno causato almeno 21 morti, e altri 6 poliziotti sono stati uccisi nella città di Mosul. Negli ultimi mesi dilaga una violenza settaria tale da raggiungere il livello di morti del 2008. Secondo l'Onu sono state oltre 5 mila le persone uccise in Iraq quest’anno.
(Milano/c.g.) – Un’ondata di esplosioni mortali sta scuotendo l’Iraq. Ieri sette differenti esplosioni a Baghdad hanno causato almeno 21 morti, e altri 6 poliziotti sono stati uccisi nella città di Mosul. Due giorni fa, oltre 40 persone in tutto il Paese (in particolare in regioni a maggioranza sciita) sono rimaste uccise in diversi attentati. La strage più sanguinosa si è verificata nella città di Hilla, a sud di Baghdad, dove due autobombe hanno ucciso almeno 15 civili che si trovavano al mercato. Altre bombe sono esplose nelle città di Bassora, Nasiriya e a Karbala, nel Sud del Paese.
Negli ultimi mesi in Iraq dilaga una violenza settaria così sanguinosa da raggiungere il livello di morti del 2008. Secondo le Nazioni Unite, sono state oltre 5 mila le persone uccise in Iraq quest’anno, di cui 800 solo nel mese di agosto. Quasi duecento i morti in questi primi giorni di settembre: alle 70 vittime degli ultimi tre giorni vanno aggiunte 27 persone che sono rimaste uccise sabato (altre decine sono rimaste ferite) in un attacco suicida vicino a Mosul. Venerdì scorso invece, almeno 30 persone sono morte in un attentato in una moschea sunnita, nella centrale città di Baquba. Mentre il primo settembre, sono stati 47 i morti nel campo di Ashraf, un campo che raccoglie centinaia di dissidenti iraniani, a 40 chilometri da Baghdad.
Le vittime dell’attentato di domenica a Mosul stavano partecipando a un funerale della comunità shabak (un piccolo gruppo che segue una religione considerata vicina allo sciismo e vive nella regione del Kurdistan iracheno). Dopo l’attentato, la shabak ha comunicato alla stampa che dal 2003 ad oggi, sono stati almeno 1.270 i propri membri uccisi in azioni terroristiche, chiedendo con forza l’intervento dello Stato per garantire la sua sicurezza.
Nelle ultime settimane, in effetti, le forze di sicurezza irachene avrebbero arrestato, a Baghdad e dintorni, centinaia di persone affiliate ad al Qaeda. Ma questo non ha scoraggiato gli attentatori.
L’aumento della violenza che si è registrato nel Paese, con l’impennarsi del settarismo, dipende anche dalla vicinanza geografica del conflitto siriano. Secondo l’agenzia stampa irachena Shafaq News, un documento riservato della Cia rivela che cellule di al Qaeda in Iraq sarebbero impegnate nella produzione di gas sarin, che sarebbe poi introdotto in Siria con finalità terroristiche. Secondo l’agenzia, lo scorso maggio alcuni container di gas sarin sarebbero stati sequestrati ad elementi di al Nusra (l’organizzazione siriana affiliata ad al Qaeda) in una località turca al confine con la Siria. Il sarin è lo stesso gas utilizzato dagli ordigni, probabilmente lanciati dal regime, che il 21 agosto scorso hanno causato una strage di centinaia di civili nella zona di Ghouta, vicino a Damasco.