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L’Egitto nel caos riparte da una Costituzione che piace ai cristiani

Terrasanta.net
21 agosto 2013
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L’Egitto nel caos riparte da una Costituzione che piace ai cristiani
Il presidente ad interim egiziano Adly Mansour.

L'Egitto avrà presto una Costituzione in cui laici e cristiani possano meglio riconoscersi? Il presidente ad interim egiziano Adly Mansour starebbe valutando in questi giorni una nuova bozza. Il testo, che contiene maggiori garanzie per le minoranze, potrebbe essere approvato da un voto popolare entro dicembre.


(Milano/c.g.) – L’Egitto avrà presto una Costituzione in cui laici e cristiani possano meglio riconoscersi? Il quotidiano digitale Ahram Online, del Cairo, dà la notizia che ieri, 20 agosto, è stata consegnata la bozza di una nuova Costituzione al presidente ad interim egiziano Adly Mansour. La bozza – frutto di un mese di lavoro svolto da una commissione tecnica – dovrebbe essere ora discussa e valutata da un’assemblea di 50 rappresentanti della società civile egiziana, che dovrà concludere la verifica entro due mesi. Il testo emendato sarà poi sottoposto a referendum popolare, da celebrarsi nei 30 giorni successivi. Se l’iter verrà rispettato, dunque, il referendum dovrebbe svolgersi entro il mese di novembre; e l’Egitto potrebbe avere una nuova Costituzione entro fine anno.

Dalla caduta di Hosni Mubaraq nel gennaio del 2011, l’Egitto è progressivamente precipitato in una situazione di caos, giunto al suo apice con i mille morti lasciati sul campo dal 30 giugno scorso – data dell’oceanica manifestazione contro l’ex-presidente Mohammed Morsi – ad oggi. Anche per questo, l’annuncio di una nuova Costituzione è di vitale importanza per l’Egitto. Uno dei motivi che ha portato, lo scorso giugno, milioni di egiziani a chiedere le dimissioni di Morsi è stato il modo in cui – nel suo unico anno di governo – egli ha gestito il potere. Ovvero, cercando di favorire la sua parte politica (i Fratelli Musulmani) e senza considerare le richieste delle diverse componenti della popolazione (cristiani, laici, musulmani moderati).

Proprio intorno alla Costituzione, in particolare, ruotano le maggiori critiche mosse all’ex-presidente. Lo scorso dicembre, infatti, venne approvata con un referendum popolare indetto da Morsi la prima Costituzione dell’Egitto democratico. Il fatto, però, è che il testo sottoposto al voto popolare era il frutto del lavoro di un’Assemblea costituente fortemente islamizzata, non rappresentativa di tutte le componenti della società civile egiziana. Assemblea da cui, per protesta, i rappresentanti laici e cristiani si erano addirittura dimessi in blocco. In quell’occasione Morsi, senza considerare la protesta dei non-musulmani, fu protagonista di un discutibile colpo di mano: infatti l’ex-presidente emanò un decreto in cui stabilì che nessun tribunale potesse contrapporsi alle sue decisioni, collocandosi di fatto al di sopra del controllo della magistratura. Questo gli consentì di evitare lo scioglimento dell’Assemblea costituente da parte della magistratura, di far licenziare all’Assemblea un testo «islamizzato» e di spianare la strada al voto popolare.

Secondo Ahram Online la bozza della nuova Costituzione che ieri è stata presentata al presidente Mansour potrebbe invece piacere anche alle minoranze laiche e cristiane del Paese: il nuovo testo, infatti, risulterebbe emendato degli articoli più contestati della precedente versione. Pur mantenendo l’articolo 2 (che indica l’Islam come la religione di Stato, l’arabo come la sua lingua ufficiale e la sharia islamica come la fonte principale del diritto), la bozza escluderebbe il discusso articolo 219; secondo cui la sharia non sarebbe da intendersi come una «generica» fonte di ispirazione per il diritto egiziano, ma come un riferimento stringente per il legislatore; principio considerato inaccettabile da laici e cristiani; e che avrebbe portato all’approvazione «costituzionale». di leggi fortemente islamiche.

Il nuovo testo presentato a Mansour, inoltre, introdurrebbe anche il divieto di fondare partiti sul principio dell’appartenenza religiosa. Concetto che metterebbe fuori legge, automaticamente, decine di nuove formazioni politiche, ma anche le organizzazioni politiche espressione dei Fratelli Musulmani.

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