La Chiesa copta si schiera apertamente per il nuovo corso egiziano, con la voce del suo patriarca, papa Tawadros II. Il Cairo ha vissuto ieri una giornata cruciale della sua storia. In serata il presidente Mohammed Morsi è stato arrestato e destituito dai militari dopo aver rifiutato ogni dialogo. Sospesa la Costituzione, nominato un capo dello Stato ad interim.
(Milano/c.g.) – La Chiesa copta si schiera apertamente per il nuovo corso egiziano. In un messaggio su Twitter postato a mezzogiorno di ieri (quando ancora l’esercito non aveva arrestato il presidente egiziano Mohammed Morsi) papa Tawadros II scriveva: «È meraviglioso vedere il popolo egiziano riprendersi, in un modo così civile, con il sostegno del movimento Tamarrud e dei giovani egiziani, la rivoluzione che gli era stata tolta. Prego per tutto il popolo egiziano». E il giorno prima, sempre con un tweet aveva scritto: «Saluto con rispetto tre realtà egiziane: il popolo, l’esercito e i giovani».
L’Egitto ha vissuto ieri una giornata cruciale della sua storia. Il presidente Mohammed Morsi, durante un discorso televisivo, aveva rifiutato l’ultimatum dell’esercito fissato per le 16.30 ora locale, ribadendo la sua volontà di non dimettersi. Così, in serata, l’esercito ha rotto gli indugi, arrestando Morsi insieme a molte personalità influenti dei Fratelli musulmani. In contemporanea, radio e televisioni della fratellanza sono stati messi dai militari in condizione di non trasmettere. La Costituzione, contestata dalle opposizioni ma approvata con un referendum popolare alla fine del 2012, è stata sospesa. E questa mattina Adli Mansour, presidente della Corte costituzionale, è stato nominato presidente della Repubblica ad interim, fino a quando nuove consultazioni popolari non eleggeranno un successore.
Sia l’opposizione egiziana sia le due massime autorità religiose, quella musulmana di Al Ahzar e, come si diceva, quella copta, hanno avallato l’azione dell’esercito. Mohamed El Baradei, leader dell’opposizione ha dichiarato che il piano dell’esercito «dà una risposta alla richiesta del popolo di avere presto nuove elezioni presidenziali».
Di diversa natura e tono le reazioni dei Paesi vicini. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoğlu, ha detto che la Turchia non può accettare arresti arbitrari di leader democraticamente eletti. «Bisogna che si mantengano tutti i meccanismi democratici. Dopo l’intervento di ieri – ha detto il ministro – l’arresto arbitrario di politici, incluso il presidente Morsi e il primo ministro, Hisham Qandil, è inaccettabile. Liberare i politici arrestati è di fondamentale importanza per arrivare a una riconciliazione nazionale. Siamo rattristati dal corso degli eventi. Non è accettabile che il presidente Morsi sia stato ribaltato da un colpo di Stato miliare».
Diverso il punto di vista del re saudita Abdallah, che si è pubblicamente congratulato con il nuovo presidente Adli Mansour, chiedendo a Dio di aiutarlo a «portare sulle sue spalle la responsabilità affidatagli e di poter dare una risposta alle speranze del suo popolo».
Secondo Petra, l’agenzia di informazione giordana, anche il re di Giordania Abdallah II si è congratulato con Mansour, per la sua nomina a presidente, sottolineando che continuerà con passione a lavorare per approfondire i legami bilaterali tra i due Paesi, nell’interesse generale. Secondo il monarca, l’Egitto ha dimostrato di saper fronteggiare le sue sfide, con saggezza e coraggio, in tutte le circostanze.
Da parte sua, il governo israeliano osserva l’evolversi della situazione senza prendere posizione ufficialmente.