Si chiamava padre François Mourad (49 anni) il religioso ucciso ieri a Ghassanieh, nella valle dell’Oronte, in Siria, in una delle missioni dei frati minori francescani della Custodia di Terra Santa. Padre François si era trasferito nella zona da Aleppo, per aiutare i frati nel lavoro pastorale e nell’assistenza ai profughi.
(Milano) – Si chiamava padre François Mourad (49 anni) il religioso ucciso ieri a Ghassanieh, nella valle dell’Oronte, in Siria, in una delle missioni dei frati minori francescani della Custodia di Terra Santa. Padre François si era trasferito nella zona da Aleppo, per aiutare i frati nel lavoro pastorale e nell’assistenza ai profughi. Secondo una prima versione, ad ammazzare il religioso sarebbe stato un proiettile vagante. Ma secondo una ricostruzione più precisa dei fatti, la morte di padre François sarebbe avvenuta in seguito a un’irruzione dei ribelli nel convento francescano, forse a scopo di rapina.
La salma del religioso è stata recuperata dai frati della Custodia del vicino villaggio di Knayeh, dove oggi si è svolgerà il funerale della vittima. Anche le Suore del Rosario che si trovavano a Ghassanieh hanno lasciato per motivi di sicurezza il loro convento.
Di padre François Mourad, fondatore di una nuova congregazione siro-cattolica che si ispirava alla spiritualità di San Simeone lo Stilita, avevamo parlato tempo fa sulla rivista Terrasanta (cfr novembre-dicembre 2006, p. 42) Siriano della provincia di Lattakia, saio grigio, modi gentili, padre François prima di ottenere dal vescovo siro-cattolico il permesso per dare vita alla nuova fraternità, era stato prima trappista a Latroun (Israele) e poi francescano.
Aveva dato vita ad un piccolo monastero ad Hwar, poco fuori Aleppo, dove viveva con alcuni novizi e postulanti: «Il carisma di San Simeone è il carisma della presenza, della contemplazione, dell’essenzialità e dell’ascolto – raccontava durante il nostro incontro –. Cerchiamo di vivere in questo modo, in semplicità, condividendo quello che abbiamo con le famiglie del nostro villaggio, per la gran parte musulmane, mostrando nella quotidianità il volto di Cristo. È un dialogo delle piccole cose che crediamo possa portare grandi frutti».
Come tanti siriani in questo frangente di guerra civile, padre François era stato costretto a lasciare la propria casa di Aleppo e a riparare nelle montagne dell’Oronte, dove si era messo al fianco dei francescani (con i quali coltivava stretti legami spirituali). A Ghassanieh viveva nelle ultime settimane insieme ad un frate francescano della Custodia di Terra Santa, impegnandosi nel portare sollievo alle persone in difficoltà con la semplicità che era il suo stile.
Fino a ieri, all’assalto che gli è costato la vita.