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La solidarietà di Papa Francesco al patriarca copto Tawadros II

Terrasanta.net
11 maggio 2013
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Papa Francesco ha espresso la sua solidarietà alla Chiesa copta ortodossa d’Egitto venerdì 10 maggio nel corso di un incontro storico con il patriarca d’Alessandria, papa Tawadros II. Nel ricordo della Dichiarazione cristologica comune firmata nel 1973 in Vaticano da Shenuda III e Paolo VI, Tawadros ha proposto di rafforzare la comunione fraterna.


(Roma/e.p.-g.s.) – Papa Francesco ha espresso la sua solidarietà alla Chiesa copta ortodossa d’Egitto venerdì 10 maggio nel corso di un incontro storico con il patriarca copto d’Alessandria, papa Tawadros II.

Il Santo Padre ha menzionato i forti legami che esistono tra la Chiesa cattolica e quella copta e ha reso omaggio ai martiri copti e a tutti coloro che «per generazioni e generazioni hanno reso testimonianza al Vangelo, spesso in situazioni di grande difficoltà».

«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui», ha soggiunto Bergoglio utilizzando un’espressione della prima lettera dell’apostolo san Paolo ai cristiani di Corinto. Il Papa ha poi fatto riferimento a «un ecumenismo della sofferenza» per il quale «la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità».

Da quelle sofferenze condivise, ha continuato il Papa, «possono germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono, riconciliazione e pace».

I cristiani d’Egitto – in prevalenza fedeli copti – hanno dovuto subire discriminazioni per secoli. La situazione non è affatto migliorata con la caduta del regime di Hosni Mubarak, all’inizio del 2011, e l’elezione, nel 2012, del presidente Mohammed Morsi esponente dei Fratelli Musulmani, movimento vicino agli ambienti islamisti da cui oggi originano nuovi attacchi rivolti ai connazionali cristiani.

Solo il mese scorso gravi episodi di violenza sono avvenuti proprio intorno alla cattedrale di San Marco, al Cairo, sede del patriarca copto. Scontri che hanno coinvolto gruppi di musulmani violenti, i cristiani e le forze di sicurezza e che hanno causato alcuni morti. Sono in aumento anche gli attentati dinamitardi, le conversione forzate all’Islam e altri casi di violenze settarie.

E tuttavia i riferimenti alla situazione politica egiziana durante gli incontri in Vaticano sono stati ridotti al minimo, nell’intento di non accrescere le tensioni all’interno del Paese nordafricano. Un basso profilo, a quanto sembra, volto anche ad evitare le controversie insorte due anni fa con l’Università Al-Azhar – una delle più importanti istituzioni religiose e accademiche dell’Islam sunnita a livello mondiale – i cui vertici reagirono con durezza alle parole di esecrazione pronunciate da Benedetto XVI dopo un attentato avvenuto l’ultima notte del 2010 contro una chiesa di Alessandria d’Egitto.

Papa Francesco è solo il secondo vescovo di Roma in 1.500 anni a ricevere una visita del capo della comunità copta. Tawadros II, eletto nel novembre scorso come successore di papa Shenuda III, si è recato in Vaticano prima di tutto per sottolineare il quarantesimo anniversario dell’incontro tra il suo predecessore e papa Paolo VI, avvenuto a Roma il 10 maggio 1973.

Quell’incontro portò a una Dichiarazione comune e alla ricomposizione di secoli di tensioni e conflitti tra le due Chiese, incentrate eminentemente su divergenze di ordine teologico. Nel suo indirizzo di saluto Papa Francesco ha detto che quella Dichiarazione rappresenta «una pietra miliare nel cammino ecumenico». La Commissione per il dialogo teologico che prese le mosse da quel documento, ha osservato Papa Bergoglio, «ha portato buoni risultati ed ha preparato il terreno per il più ampio dialogo tra la Chiesa cattolica e l’intera famiglia delle Chiese Ortodosse Orientali, che continua con frutto sino ad oggi». Il Santo Padre ha poi ricordato l’incontro tra il beato papa Giovanni Paolo II e papa Shenuda al Cairo nel 2000 ed espresso gratitudine a Tawadros per i gesti di carità fraterna manifestata nei confronti del nuovo patriarca copto cattolico Ibrahim Isaac Sidrak e del suo predecessore, il card. Antonios Naguib, costretto alle dimissioni, lo scorso anno, dal peggiorare delle sue condizioni di salute.

Papa Francesco ha anche sottolineato l’iniziativa del patriarca copto di dar vita a un Consiglio nazionale delle Chiese con queste parole: «Sappia, Santità, che il Suo sforzo a favore della comunione tra i credenti in Cristo, così come il Suo vigile interesse per le sorti del Suo Paese e per il ruolo delle comunità cristiane all’interno della società egiziana, trovano una profonda eco nel cuore del Successore di Pietro e dell’intera comunità cattolica».

Nel suo discorso rivolto a Papa Francesco durante l’udienza ufficiale, il patriarca Tawadros ha auspicato che questa «visita di amore e fratellanza sia la prima di una lunga serie tra le nostre due grandi Chiese. Per questo propongo che il 10 maggio di ogni anno abbia luogo una celebrazione di amore fraterno tra la Chiesa cattolica e la Chiesa copta ortodossa». Tawadros si è anche augurato di poter accogliere presto Papa Francesco in Egitto.

Al termine dell’incontro, Francesco e Tawadros si sono trasferiti nella cappella Redemptoris Mater per un momento di preghiera comune. In seguito la delegazione copta ha incontrato nei loro uffici i responsabili del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e di altri dicasteri della Curia romana. Papa Tawadros ha inoltre pregato sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo.

Nei prossimi giorni il patriarca copto si recherà anche a Torino e a Milano per incontrarvi le locali comunità copte. Nel capoluogo lombardo il 14 maggio è anche previsto un faccia a faccia con il cardinale Angelo Scola.

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