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In Israele fa discutere un’iniziativa rivolta ai giovani nel Giorno della Shoah

Terrasanta.net
8 aprile 2013
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In Israele fa discutere un’iniziativa rivolta ai giovani nel Giorno della <i>Shoah</i>
Alle 10 in punto, questa mattina, tutta Israele s'è fermata brevemente per ricordare i 6 milioni di vittime dell'Olocausto nella Giornata della Shoah. (foto Mab/Cts)

Oggi in Israele è un giorno particolare: lo Yom ha Shoah, cioè la Giornata in cui si fa memoria dell’Olocausto. Come ogni, anno alle 10 precise di questa mattina le sirene hanno suonato in tutto il Paese e per due minuti tutto s’è fermato. Quest’anno, tuttavia, un'iniziativa indirizzata ai giovani ha suscitato non poche perplessità.


(Gerusalemme/l.c.) – Oggi in Israele è un giorno particolare: lo Yom ha Shoah, cioè la Giornata in cui si fa memoria dell’Olocausto. Come ogni anno, alle 10 precise di questa mattina le sirene hanno suonato in tutto il Paese e per due minuti tutto s’è fermato. Nelle strade cittadine i pedoni e gli automobilisti, scesi dalle loro auto, hanno sostato in raccoglimento nel ricordo dei 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah.

Quest’anno tuttavia la giornata della memoria è tutta particolare per parecchi giovani israeliani che hanno voluto riprodurre su un braccio, con tatuaggio non indelebile, il numero di immatricolazione di un internato nei campi di concentramento nazisti.

È l’agenzia di pubblicità Bauman Ber Rivnay ad aver lanciato questa campagna di sensibilizzazione, che taluni hanno ritenuto controversa, per sensibilizzare la coscienza dei giovani verso una parte della popolazione ebraica mondiale – i sopravvissuti ai campi di sterminio – «che oggi sta per scomparire», spiega Gali Starkman, incaricato del progetto. «Il nostro intento – dice – era di richiamare il fatto che dietro quei numeri ci sono persone reali con storie autentiche da raccontare». L’agenzia ha perciò distribuito molte migliaia di decalcomanie con i numeri da tatuare, ciascuna accompagnata da una breve biografia di colui, o colei, al quale il numero di matricola era stato applicato.

L’idea non è del tutto nuova: vi sono giovani ebrei israeliani che scelgono di farsi tatuare definitivamente il numero che i loro nonni portavano sul braccio. Tuttavia, la campagna lanciata quest’anno con tale ampiezza ha suscitato polemiche. Alcuni esponenti politici e responsabili di movimenti giovanili avevano chiesto all’agenzia di rinunciare all’iniziativa. È il caso di Colette Avital, ex parlamentare e presidente della principale organizzazione israeliana dei sopravvissuti allo sterminio. Secondo i critici, uno dei simboli più pregnanti della Shoah non dev’essere trasformato in una moda, col rischio di mancare di rispetto a chi è sopravvissuto.

In Israele vivono ancora 230 mila ex internati nei campi nazisti. Un quarto di costoro versa in condizioni di povertà estrema.

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