Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Il popolo degli uomini invisibili

di Giuseppe Caffulli
23 aprile 2013
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Nel Medio Oriente squassato dalle guerre civili, ci sono periferie dove si aggirano uomini e donne totalmente invisibili. Sono i Dom (nawar, in arabo). Zingari o Rom, diremmo noi. Sono 2 milioni e mezzo, sparsi soprattutto tra Libano, Giordania, Territori Palestinesi, Turchia, Iran e Iraq...


Nel Medio Oriente squassato dalle guerre civili, ci sono periferie dove si aggirano uomini e donne totalmente invisibili. Sono i Dom (nawar, in arabo). Zingari o Rom, diremmo noi. Sono 2 milioni e mezzo, sparsi soprattutto tra Libano, Giordania, Territori Palestinesi, Turchia, Iran e Iraq. Proverrebbero, secondo alcuni studi, da un’antica immigrazione. Secondo i glottologi (che ne hanno studiato la lingua) sarebbero originari dall’India centrale. E la loro peregrinazione avrebbe toccato prima il Punjab, poi l’impero persiano, infine la Mesopotamia e le coste mediterranee. Per diffondersi quindi in tutta Europa. Secondo alcune ipotesi, la causa prima di questa diaspora risiederebbe nella conquista persiana del Punjab avvenuta nel 224 a.C.

In Libano i Dom sono una delle comunità più emarginate, ma in Giordania non se la passano certamente meglio. Qui, come altrove, il loro nome è associato a sporcizia, pigrizia, furti.

Secondo uno studio del 2000, in Libano i Dom sarebbero circa 8 mila: famiglie numerose, ai margini delle città, stipate in baraccopoli. Vivono spesso gomito a gomito con altri «invisibili», i palestinesi che ancora oggi sono confinati nei campi profughi. O con i beduini, con i quali vengono talvolta confusi pur non avendoci nulla a che vedere.

I Dom sono infinitamente più poveri ed emarginati delle due categorie umane di cui sopra: sopravvivono infatti con meno di un dollaro al giorno pro capite, hanno un altissimo tasso di disoccupazione… Ma godono di un privilegio: quello della cittadinanza, che però non garantisce loro i più elementari diritti umani (come l’accesso alla sanità, al cibo, all’acqua, all’istruzione). In fondo, che diamine, uno zingaro resta sempre uno zingaro anche sotto il cielo blu intenso del Medio Oriente.

Come risposta all’emarginazione e per scacciare gli stereotipi negativi che a torto o a ragione si ritrovano appiccicati addosso, i più giovani stanno abbandonando le tradizioni e la lingua domari (della quale non esistono testi scritti) in favore dell’arabo.

Anche nelle periferie di Amman i Dom vivono ai magini della società, reietti e confinati in accampamenti precari, tra sporcizia e pregiudizi. Sono solo, complessivamente, poche centinaia, quelli che ancora vivono nomadi. Si guadagnano da vivere elemosinando o lavorando come braccianti agricoli o operai nei cantieri. Gli altri, la stragrande maggioranza, è oggi urbanizzata, anche se occupa le zone più povere delle grandi città.

Nel grande caos del Medio Oriente d’oggi il popolo degli uomini (Dom o Rom significa proprio questo), oltre all’insignificanza, rischia di essere inghiottito definitivamente dal baratro dell’oblio.

(Twitter: @caffulli)

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