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Gudran e la responsabilità sociale degli artisti in Egitto

Anna Clementi
18 marzo 2013
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<i>Gudran</i> e la responsabilità sociale degli artisti in Egitto
Abdallah Daif

L'esperienza dell'organizzazione non governativa egiziana Gudran, che vuole far dialogare gli artisti e la società, così che l'arte non sia considerata un fenomeno elitario. Gudran mette a disposizione alcuni spazi per i giovani, propone attività culturali, mette in contatto artisti egiziani e internazionali e fornisce sostegno a chiunque voglia esprimere il proprio animo artistica.


(Il Cairo) – Abdallah Daif sorseggia un tè nel suo ufficio al primo piano di un antico palazzo di Alessandria. Alle sue spalle ci sono alcuni quadri astratti, un enorme graffito arancione di Jim Morrison e una bandiera della pace che pende da una delle pareti. «Questa è la sede operativa della nostra associazione dove organizziamo le attività e coordiniamo i vari progetti», spiega il giovane scrittore alessandrino, coordinatore dell’organizzazione non governativa Gudran.

«In Egitto l’arte è totalmente slegata dalla società, è percepita come qualcosa di elitario che deve rimanere all’interno delle gallerie. Molti artisti evitano ogni contatto con la società circostante e si isolano all’interno di spazi artistici che sono diventati delle fortezze impenetrabili» continua Abdallah.

Proprio per sfidare questo stato di paralisi e divisione, nel 2000 alcuni artisti, fotografi, scrittori ed attori hanno deciso di dar vita ad un’associazione che avesse come scopo principale la trasformazione e la partecipazione sociale. Secondo Daif, «l’artista ha un ruolo, una responsabilità all’interno della società in cui vive, non può limitarsi a proporre le sue opere ad un pubblico passivo e poco ricettivo. Deve fare in modo che la società diventi attiva, deve fornire gli stimoli per trasformare ogni egiziano da spettatore ad attore».

Gudran mette a disposizione alcuni spazi per i giovani artisti, propone attività culturali, proiezioni di film e workshop gratuiti di fotografia e cinema, mette in contatto artisti egiziani e internazionali e fornisce un supporto materiale e mentale a chiunque voglia esprimere la propria anima artistica.

Inizialmente la sede dell’associazione si trovava ad Al Max, un piccolo villaggio di pescatori ad ovest della città di Alessandria dove gli artisti di Gudran insegnavano agli abitanti come produrre piccoli oggetti d’arte che poi venivano venduti in città. Pian piano da questa realtà sono nati diversi progetti, tra cui l’idea di aprire degli spazi per giovani artisti nel cuore di Alessandria.

«Al Max continua ad esistere e a proporre corsi d’arte per donne e bambini e una campagna di alfabetizzazione e di educazione per le fasce più marginalizzate della società», continua Abdallah. «Ma si tratta solamente di uno dei tanti progetti di Gudran. Da qualche anno ad Alessandria abbiamo aperto nuovi spazi per giovani artisti come Cabina e Dukkan».

Cabina è un centro di ritrovo e confronto, un punto di riferimento per le band musicali, gli appassionati di libri e di cinema, gli scrittori e i pittori. Ogni settimana propone diversi eventi culturali, mette in contatto artisti di diversa estrazione locale e provenienza e cerca di creare ponti tra le varie realtà culturali egiziane.

«Veniamo qui ogni giorno per provare i nostri nuovi pezzi musicali», racconta Mohammad, un giovane musicista alessandrino. «È una delle più belle sale prova di tutta la città e Cabina è un ambiente stimolante dove rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità in campo artistico e musicale».

Come Mohammad, tutti coloro che si ritrovano in questo luogo credono che l’arte debba essere uno strumento di trasformazione sociale e che l’artista abbia una responsabilità fondamentale nel diffondere questo cambiamento. El Dokkan (in italiano «Il negozio») è il luogo di interazione tra arte e società dove, in un spazio molto simile a quello di un negozio, vengono venduti alcuni prodotti artistici e nello stesso tempo vengono proposte performance di musica ed arte.

«Ogni giorno abbiamo nuove idee grazie all’ambiente dinamico ed innovativo della nostra ong e di tutti gli artisti che ruotano attorno», conclude Abdallah. «Proprio in questi giorni stiamo strutturando un vecchio studio che veniva utilizzato dalla nota famiglia Binha di Alessandria per la produzione di film. Ancora qualche mese di lavoro e poi Gudran metterà a disposizione anche questo nuovo spazio per coloro che da meri spettatori desiderano diventare artefici di nuove forme di arte».

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