La crisi siriana continua a coinvolgere pericolosamente il vicino Libano, rischiando di travolgere anche sciiti e sunniti libanesi nello scontro. Secondo fonti della sicurezza libanese, riprese da tutti i maggiori media arabi, militanti del movimento sciita libanese Hezbollah e ribelli siriani sono stati uccisi in combattimenti nella cittadina siriana di Qusayr.
(Milano/c.g.) – La crisi siriana continua a coinvolgere pericolosamente il vicino Libano, rischiando di travolgere anche sciiti e sunniti libanesi nello scontro. Secondo fonti della sicurezza libanese, riprese da tutti i maggiori media arabi, tre militanti del movimento sciita libanese Hezbollah e dodici ribelli siriani sono stati uccisi in combattimenti nella cittadina siriana di Qusayr, a cinque chilometri dal confine con il Libano. La battaglia è stata la più cruenta di quelle combattute vicino al confine con il Libano da quando in Siria governo e opposizione si affrontano sul campo. Qusayr si trova nella regione di Homs, in un’area su cui sorgono circa 20 villaggi siriani e risiedono almeno 30 mila sciiti di origini libanesi. Gli scontri si sarebbero intensificati a partire da venerdì. Durante la battaglia, i militanti di Hezbollah avrebbero cercato di prendere il controllo delle abitazioni abbandonate dai residenti scappati, a causa del conflitto, verso il Libano. Secondo la fonte libanese, inoltre, due razzi sparati dalle forze ribelli siriane hanno raggiunto la città libanese di Qasr, vicino al confine con la Siria, senza tuttavia provocare danni.
La morte di combattenti Hezbollah libanesi in Siria ha infiammato le polemiche. L’ambasciatore siriano in Libano, Ali Abdel-Karim Ali, provando a gettare acqua sul fuoco, ha smentito che Hezbollah sia coinvolto in alcun modo nella crisi siriana, sostenendo che i morti sarebbero in realtà libanesi residenti in Siria costretti a difendersi dai ribelli. L’opposizione siriana, dal canto suo, ha accusato Hezbollah di «intervento militare» in Siria. Secondo la versione rilasciata da Hadi Al Abdallah, membro della Commissione generale della rivoluzione siriana, la battaglia sarebbe iniziata sabato, quando militanti di Hezbollah avrebbero tentato di porre sotto la propria influenza altri tre villaggi sunniti nelle vicinanze, oggi sotto il controllo del Libero esercito siriano.
Secondo i ribelli, gli sciiti avrebbero attaccato muovendosi a piedi, con la copertura dell’areonautica di Assad. Il Libero esercito siriano avrebbe utilizzato per difendersi due carri armati catturati all’esercito. Secondo i ribelli, inoltre, i morti da parte di Hezbollah sarebbero almeno venti. Malik al Kurdi, colonnello del Libero esercito siriano, ha sostenuto inoltre che quanto è accaduto dimostra «la profonda collusione del governo di Beirut, perché la città di Qasayr è stata bombardata dall’interno del territorio libanese. Sappiamo come trattare con Hezbollah a cui risponderemo per tempo. Respingeremo ogni loro attacco e li tratteremo come dei mercenari».
Il coinvolgimento libanese nella crisi siriana non riguarda però solo la parte sciita. Lo scorso venerdì nella città libanese di Arsal, nella valle della Bekaa, sono scoppiati scontri tra l’esercito regolare libanese e i manifestanti subito dopo la preghiera musulmana della sera. Durante la protesta tre soldati sono rimasti feriti. I manifestanti contestavano le rigide misure di sicurezza a cui la cittadina era stata di recente sottoposta per limitare il contrabbando di armi e beni verso la Siria; ma soprattutto per l’arresto di undici persone (tra cui quattro di nazionalità siriana), per possesso di armi e in relazione all’attività di contrabbando. Gli scontri sono scoppiati dopo che importanti capi salafiti della città, Dai al-Islam al-Shahhal e Mustafa al-Hujeiri, avevano chiamato a raccolta i fedeli di fronte al municipio cittadino. «I sunniti del Paese costituiscono l’avanguardia della lotta contro la tirannia e l’oppressione dell’alleanza siriano iraniana», ha affermato Sheikh Dai al-Islam al-Shahhal nel corso della manifestazione.