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Dalla Terra Santa: Benedetto XVI fine interprete del dialogo e uomo di pace

Terrasanta.net
12 febbraio 2013
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Dalla Terra Santa: Benedetto XVI fine interprete del dialogo e uomo di pace
Papa Ratzinger ritratto a Gerusalemme nel 2009 durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa. (foto F. Proverbio)

Ieri la notizia delle dimissioni di Papa Benedetto XVI ha colto di sorpresa il mondo intero. Da Gerusalemme è il patriarca latino Fouad Twal a dar voce ai sentimenti dei cattolici di Terra Santa. Dal canto loro le autorità ebraiche e israeliane sottolineano le buone relazioni con la Santa Sede sotto il suo pontificato e l'impegno sul fronte del dialogo.


(Milano/g.s.) – Da Gerusalemme è il patriarca latino Fouad Twal a dar voce ai sentimenti dei cattolici di Terra Santa rispetto alla rinuncia al soglio pontificio pronunciata ieri mattina in Vaticano da Papa Benedetto XVI.

Nel sito web del patriarcato l’arcivescovo fa pubblicare un commento affettuoso che rievoca i viaggi del Santo Padre in Terra Santa nel 2009 e a Cipro nel 2010 – «eventi con un forte simbolismo per i cristiani, ma anche per gli ebrei e per i musulmani» – ed esprime gratitudine per l’esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente.

Il comunicato termina ringraziando «dal profondo del cuore Benedetto XVI per il suo affetto paterno ed il suo impegno per la pace in Terra Santa e augura al Santo Padre che la Vergine Maria lo accompagni in questa decisione e nel tempo di riposo che lo attende».

In serata è giunto anche il commento del presidente israeliano Shimon Peres che si è detto «rattristato dalla decisione di Papa Benedetto XVI di dimettersi». «Gli auguro una vita lunga e in salute» ha detto Peres dopo aver riconosciuto al Pontefice «la profondità di un grande pensatore, la sincerità di un grande credente, la passione di un costruttore di pace e la saggezza di porsi in relazione con i mutamenti storici senza cambiare i propri valori». Sotto la guida di Ratzinger, ha osservato Peres, «il Vaticano ha alzato chiara la sua voce contro il razzismo e l’antisemitismo e in favore della pace». Secondo Peres al termine di questo pontificato le relazioni tra Israele e Santa Sede sono buone quanto mai prima.

Il rabbino capo askenazita di Israele, Yona Metzger, riconosce a Ratzinger il merito di aver approfondito i legami con l’ebraismo, ma anche con l’Islam. «Gli siamo grati – ha aggiunto il rabbino – per essere rimasto fedele alla strategia del suo predecessore nel rafforzare i legami col popolo ebraico e con il rabbinato di Gerusalemme. Papa Benedetto XVI ha fatto molto per impedire e ridurre l’antisemitismo e ha sempre avuto particolarmente a cuore la pace israelo-palestinese».

Dal Cairo Ahmed al Tayyeb – il grande imam di al Azhar, la più importante istituzione teologica sunnita – si è detto «scosso» per le dimissioni del Papa.

Anche l’ebraismo italiano tributa rispetto e onore al Pontefice. Con le parole del presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, «gli ebrei italiani vogliono esprimere la loro vicinanza e il loro rispetto a Papa Benedetto XVI per la sofferta e coraggiosa decisione presa in queste ore. Estremamente significativi, nel corso del suo magistero, i passi compiuti per l’avvicinamento tra ebrei e cristiani nel solco dei valori comuni: la visita ufficiale in Israele, la preghiera per la pace al Muro del Pianto, le parole pronunciate al Memoriale dello Yad Vashem. E ancora l’incontro con gli ebrei romani al Tempio Maggiore (la principale sinagoga della capitale – ndr)». Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha reso omaggio a Josef Ratzinger definendolo un interlocutore «attento, prezioso e sensibile».

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