Riprovazione del Vaticano per l’ennesima strage ad Aleppo, che «ha colpito al cuore l’università, quasi a voler colpire il futuro del Paese» e «l’ardente preghiera per le vittime» di questo massacro: il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il cardinale Leonardo Sandri, ha aperto così ieri sera la raccolta fondi organizzata in occasione del lancio del ramo italiano della Catholic Near East Welfare Association (Cnewa).
(Roma) – Riprovazione del Vaticano per l’ennesima strage ad Aleppo, che «ha colpito al cuore l’università, quasi a voler colpire il futuro del Paese” e «l’ardente preghiera per le vittime» di questo massacro: il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il cardinale Leonardo Sandri, ha aperto così ieri sera la raccolta fondi organizzata in occasione del lancio del ramo italiano della Catholic Near East Welfare Association (Cnewa), braccio umanitario della Santa Sede per i cristiani del Vicino Oriente.
Il ricevimento nel Palazzo dei Penitenzieri, a due passi dal Vaticano, sede rinascimentale dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro, ha offerto l’occasione al prefetto del dicastero per le Chiese orientali per ribadire la preoccupazione della Santa Sede per la guerra in Siria, nella quale non si intravvede una soluzione militare ma dove «la soluzione potrà venire solo dalla riconciliazione e dal dialogo fra tutti i responsabili».
Il porporato ha chiesto di sostenere materialmente la missione dell’Associazione cattolica per l’aiuto al Vicino Oriente, la cui assistenza umanitaria raggiunge anche le popolazioni dell’Africa nord-orientale, Europa dell’Est e India. Fondata nel 1926 da papa Pio XI per sostenere e far conoscere la missione pastorale e la cultura delle Chiese cattoliche orientali, promuovere l’unità dei cristiani e la collaborazione interreligiosa, solo negli ultimi due anni la Cnewa ha aiutato oltre 55mila bambini bisognosi in 479 scuole e orfanotrofi e assistito 94 istituzioni tra ospedali, scuole, istituti professionali in Siria, Iraq, Libano, Giordania, India, Etiopia. Si sa che negli ultimi decenni ha sostenuto, tra gli altri, il campo profughi palestinese di Dbaye, a nord di Beirut, formato interamente da palestinesi cristiani, e che negli ultimi anni è stato particolarmente attiva in Iraq, in Siria e nei campi profughi al confine con il Libano per l’assistenza alle famiglie cristiane che con l’inizio delle ostilità hanno perso casa o lavoro (solo per la città di Homs si parla di 60 mila persone).
«Si tratta di comunità numericamente contenute, povere di mezzi, segnate da interminabili vicissitudini» ha ricordato Sandri, incoraggiando il sostegno materiale e morale a queste popolazioni, che negli ultimi anni hanno intrapreso l’incerto cammino di un cambiamento che dovrebbe essere «rispettoso dell’identità dei cristiani». I cristiani orientali «hanno un problema molto serio: quello dell’inarrestabile flusso migratorio che mette a dura prova il futuro di queste comunità», visto che coinvolge soprattutto i più giovani. Questi ultimi giungono «nelle grandi metropoli occidentali, segnate dall’indifferentismo religioso», e devono essere messi in condizione di portare il loro contributo di fede e religiosità. Occorre, ha detto il cardinale, «salvaguardare la loro peculiarità religiosa, favorire l’accoglienza della Chiesa latina e difendere nelle sedi internazionali la presenza dei cristiani orientali in patria e all’estero». Sono queste «le prospettive sulle quali la Santa Sede cerca nuovi amici e benefattori in Italia».
Il cardinale Sandri ha ricordato con commozione «l’incrollabile fede dei cristiani iracheni», riuniti attorno a lui un mese fa a Baghdad per la riconsacrazione della cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, teatro il 31 ottobre 2010, appena sei giorni dopo la conclusione del Sinodo per il Medio Oriente, di uno dei più efferati attacchi contro i cristiani, con 56 morti e decine di feriti. «Mi ha molto impressionato – ha detto – la determinazione a rimanere soprattutto fra coloro che hanno maggiormente sofferto la persecuzione. Non potrò mai dimenticare la recita del Padre Nostro nella lingua di Gesù, con gli occhi chiusi, in totale affidamento alla volontà di Dio: questi sono i cristiani iracheni, questi sono i fratelli del Vicino Oriente che è nostro dovere aiutare».
All’inaugurazione del braccio italiano della Cnewa hanno partecipato, fra gli altri, il cardinale Edwin Frederick O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il segretario generale della Cnewa, mons. John Kozar, il senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione straordinaria del Senato per la tutela dei diritti umani e il sottosegretario allo Sviluppo economico Massimo Vari.