La mole del maestoso castello degli ayyubidi ad Ajlun, in Giordania, domina la valle. E dal torrione occidentale si intravvede il corso del fiume Giordano, appena offuscato dalla canicola. La rocca fu fatta costruire da Izz ad-Din Osama, uno dei generali di Saladino nel 1184 per controllare le miniere di ferro locali e scongiurare l’invasione dei crociati.
La mole del maestoso castello degli ayyubidi ad Ajlun domina la valle. E dal torrione occidentale si intravvede il corso del Giordano, appena offuscato dalla canicola. Qal’at Ar-Rabad, secondo le fonti musulmane, fu fatto costruire da Izz ad-Din Osama, uno dei generali di Saladino nel 1184 per controllare le miniere di ferro locali e scongiurare l’invasione da parte dei franchi, come venivano chiamati allora i crociati. Poi, per secoli, ha sorvegliato le principali vie carovaniere che conducevano alla Valle del Giordano e collegavano il Mediterraneo con il Mar Rosso.
Secondo alcuni studi recenti, sembra però che le origini di Ajlun siano precedenti. Uno scrittore arabo del XIII secolo racconta in una sua cronaca della presenza di un «antico monastero» dove ora sorge la rocca. E Guglielmo di Tiro (nativo di Gerusalemme e arcivescovo di Tiro dal 1174) narra di una «piccola fortezza», conquistata dai crociati nel 1139. Alcune croci incise e una cappella scoperta di recente, con un pavimento mosaicato (forse dell’VIII secolo) rafforzano la teoria di un’origine arabo-cristiana.
Il castello venne ampliato nel 1214-15 da ‘In ad-Din Aybak, su incarico del sultano ayyubida al-Malik al-Muazzam. Continuò ad essere uno dei cardini della difesa saracena contro i crociati, anello essenziale in una catena di fortezze tra loro dialoganti attarverso un complesso sistema di comunicazione tramite fuochi di segnalazione o piccioni viaggiatori, che consentiva di mettere in comunicazione Damasco e Il Cairo in sole dodici ore.
Tra le caratteristiche principali del castello di Ajlun: il fossato, il ponte levatoio all’ingresso principale, un cancello fortificato, un’arcigna torre esposta a sud e 4 altre torri lungo tutto il perimetro.
Il castello nasconde un labirinto di passaggi coperti, scale a chiocciola, lunghe rampe, stanze adibite a sale da pranzo, camere da letto e scuderie. Ma anche aree private destinate ai signori del castello (dotate di una piccola vasca in pietra e finestre con feritoie).
Nel XIII secolo, il castello fu concesso a Salah al-Din Yousef Muhammad Ibn Ayoub, governatore di Aleppo e Damasco, che restaurò la torre nord-orientale. I tentativi espansionistici furono interrotti nel 1260, quando invasori mongoli distrussero il castello, ma quasi immediatamente il sultano mamelucco Baybars riconquistò e ricostruì la fortezza.
Da quelle parti, circa 200 anni fa, capitò anche Johann Ludwig Burckhardt, l’esploratore svizzero a cui si deve la riscoperta della città di Petra, nel suo viaggio verso la terra dei nabatei.