Ogni anno nuovo porta con sé l’attesa di un mondo migliore. In tale prospettiva, prego Dio, Padre dell’umanità, di concederci la concordia e la pace, perché possano compiersi per tutti le aspirazioni di una vita felice e prospera». Sono le parole iniziali del messaggio di Benedetto XVI in occasione della quarantaseiesima Giornata mondiale della pace, che cade il primo di gennaio, sul tema «Beati gli operatori di pace».
Nella situazione attuale del Medio Oriente, segnato da guerre particolarmente sanguinose, il messaggio del Papa intende incoraggiare tutti a sentirsi responsabili riguardo alla costruzione di un mondo senza conflitti. «La pace non è un sogno – spiega Benedetto XVI – non è un’utopia: è possibile». Per raggiungere questo risultato, spiega Ratzinger, occorre ripartire dal cuore dell’uomo. Non c’è infatti pace esteriore senza quella interiore. Solo questa necessaria conversione rende possibile una vera attenzione alla libertà di coscienza, alla libertà di espressione e alla libertà religiosa.
Il messaggio, che si riallaccia in diversi punti all’enciclica di Papa Giovanni XXIII Pacem in terris, si conclude con un appello per una vera «pedagogia della pace» e alla necessità di superare la tolleranza, in vista di una sincera fratellanza universale. La pedagogia della pace, afferma il Santo Padre, «richiede una ricca vita interiore, chiari e validi riferimenti morali, atteggiamenti e stili di vita appropriati. (…) Bisogna insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza». Questa è la via affinché «la città dell’uomo cresca in fraterna concordia, nella prosperità e nella pace».