Ogni mese il Papa chiede ai fedeli cattolici, attraverso l’Apostolato della preghiera (www.adp.it) di pregare secondo un’intenzione generale e un’intenzione missionaria. L’intenzione generale di gennaio è dedicata all’Anno della fede («Perché in questo «anno della fede» i cristiani possano approfondire la conoscenza del mistero di Cristo e testimoniare con gioia il dono della fede in lui»). L’intenzione missionaria chiede invece di pregare per le comunità del Medio Oriente: «Perché le comunità cristiane del Medio Oriente, spesso discriminate, ricevano dallo Spirito Santo la forza della fedeltà e della perseveranza».
Discriminazione, fedeltà e perseveranza sono tre realtà alle quali i cristiani del Medio Oriente sono avvezzi. Nell’esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente, consegnata ai vescovi dell’area in Libano durante il viaggio apostolico del settembre scorso, il Santo Padre richiama la necessità che i fedeli appartenenti alle varie religioni e culture collaborino per evitare discriminazioni, strumentalizzazioni e conflitti. Passando insomma dalla semplice tolleranza (che può anche significare indifferenza o sopportazione) alla vera accoglienza. «Ebrei, cristiani e musulmani – scriveva Benedetto XVI – credono in un Dio Uno, creatore di tutti gli uomini. Possano gli ebrei, i cristiani e i musulmani riscoprire uno dei desideri divini, quello dell’unità e dell’armonia della famiglia umana. Possano gli ebrei, i cristiani e i musulmani scorgere nell’altro credente un fratello da rispettare e da amare per dare in primo luogo sulle loro terre la bella testimonianza della serenità e della convivialità tra figli di Abramo. Invece di essere strumentalizzati in conflitti reiterati e ingiustificabili per un autentico credente, il riconoscimento di un Dio Uno può – se vissuto con un cuore puro – contribuire notevolmente alla pace della regione e alla convivenza rispettosa dei suoi abitanti».
Pace e convivenza che si traduce nel riconoscimento innanzitutto nella libertà religiosa, «il culmine di tutte le libertà» e in una comune volontà di servire il bene comune, per «contribuire allo sviluppo di ogni persona e alla edificazione della società».