Per la seconda volta nel 2012 oltraggiato un monastero ortodosso di Gerusalemme
Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre un monastero greco ortodosso a Gerusalemme è stato oltraggiato, per la seconda volta quest’anno. Qualche estremista israeliano ha tracciato con lo spray delle scritte in ebraico sul muro di cinta. Danneggiate pure tre auto. Nella stessa notte date alle fiamme anche auto di palestinesi in Cisgiordania.
(Milano/e.p.) – Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre un monastero greco ortodosso a Gerusalemme è stato oltraggiato, per la seconda volta quest’anno, con atti vandalici anti-cristiani.
Qualche estremista israeliano ha tracciato con lo spray delle scritte in ebraico su un muro di cinta del monastero della Città Santa. A tre auto parcheggiate lì accanto sono state tagliate le gomme.
Come negli analoghi episodi precedenti, le scritte offensive per la sensibilità cristiana sono state accompagnate dalla firma Tag mehir («Il prezzo da pagare»), con riferimento alla campagna di gruppi di coloni che affermano di voler così vendicare le azioni ordinate dal governo israeliano a scapito degli insediamenti.
Nella stessa notte, in un villaggio della Cisgiordania non lontano da Ramallah sono state bruciate le auto di alcuni abitanti palestinesi.
Il Consiglio delle istituzioni religiose della Terra Santa ha condannato anche questi ultimi episodi, chiedendo alla polizia israeliana e agli organi di sicurezza di «stanziare le risorse necessarie sia per prevenire simili atti, sia per catturare i colpevoli».
«Consideriamo ogni attacco ai luoghi sacri di qualsiasi religione come un attacco a tutte le religioni e una dissacrazione del Nome divino», recita un comunicato diffuso dal Consiglio.
L’abate del monastero ha dichiarato che lo sfregio recato all’edificio è spiacevole, ma che il luogo rimane un «simbolo di pace». «Noi crediamo nella pace e io voglio perdonare chi ha fatto questo, sia oggi sia la volta precedente», ha continuato il religioso prima di augurare a tutti una felice festa di Hannukah.
Entrambi gli attacchi notturni a Gerusalemme e a Ramallah sono stati prontamente condannati dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «I valori ebraici nei quali siamo stati educati e che trasmettiamo ai nostri figli rigettano totalmente questi comportamenti», ha rimarcato Netanyahu. «La libertà di culto per tutte le religioni sarà salvaguardata in Israele. Le persone spregevoli che hanno compiuto questo crimine saranno assicurate alla giustizia».
Anche l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha «condannato con forza» gli atti vandalici. Un comunicato diffuso ieri a Roma recita: «Deploriamo questo genere di comportamenti in totale contrasto con i valori e le tradizioni di Israele».
Espressioni di condanna anche dal sindaco di Gerusalemme Nir Barkat, citato da The Times of Israel: «Non possiamo accettare simili fenomeni deplorevoli ed estremi che si propongono solo di danneggiare la coesistenza a Gerusalemme. Devono essere estirpati».
Le autorità hanno aperto indagini su entrambi gli episodi vandalici di due notti fa. Il monastero dell’Undicesimo secolo a Gerusalemme subì un attacco simile nel febbraio di quest’anno.
Secondo gli osservatori, i responsabili di queste violenze sono frange di coloni molto vicine agli apparati di sicurezza israeliani. Anche la polizia è accusata di non indagare con il necessario rigore. Coloro che fin qui sono stati sottoposti a fermo, successivamente sono stati rilasciati per mancanza di prove. I responsabili delle incursioni notturne fanno in modo di non lasciare tracce.